E’ difficile dimenticare un calciatore che ha dato tutto alla sua squadra, nel bene e nel male. Esuberante ed eccessivo sia nell’essere al top della forma, sia nel cercare di tracannare l’ultimo boccale di birra.

Adriano Leite Ribeiro è stato tanto per l’Inter e per i suoi tifosi, soprattutto quelli che lo hanno vissuto negli anni 2000, partendo dalla punizione al Real Madrid, fino alla definitiva rescissione contrattuale nel 2009.

Un giocatore che, nonostante il suo immenso talento, non ha portato nessun successo di grande levatura alla squadra, se non due Coppe Italia (2005,2006) e due SuperCoppa Italiana (2005,2006) vinte da assoluto protagonista.

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NASCE UNA STELLA – Tutto iniziò in quel Trofeo Bernabeu, la sera di Ferragosto del 2001. Il brasiliano entra all’88’ nella sfida contro il Real Madrid, e 2 minuti dopo segna con un bolide su calcio di punizione. I tifosi già intravedono in lui un nuovo ‘Fenomeno’, dopo esser stati allietati negli ultimi anni dalle gesta di Ronaldo.

L’attacco dell’Inter abbonda però in quel periodo, e dopo un prestito alla Fiorentina e in seguito la cessione in comproprietà al Parma, Adriano esplode con 23 gol in 37 partite.

L’Inter allora decide di riportare a casa il suo bomber, acquistando l’altra metà del cartellino per la ‘modica’ cifra di 15 milioni (i soliti affari neroazzurri…)

Il biennio 2004/2005 e 2005/2006 vede l’apoteosi di colui che si guadagnerà vari appellativi come ‘L’incredibile Hulk’ o ‘L’imperatore’. Con Oba Oba Martins forma una grande coppia d’attacco, che però porta all’Inter solo trofei minori.

Adriano in questi due anni dimostra al mondo di essere uno dei centravanti più completi del momento: forza fisica, tecnica, velocità, tiro potente e preciso, colpo di testa. Insomma tutto ciò di cui un centravanti ha bisogno, e in due anni mette a segno 44 gol, più di 20 a stagione.

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Il brasiliano attira su di se le mire dei grandissimi club come Real Madrid, Manchester United e Bayern Monaco, ma il peggio è dietro l’angolo. L’evento che sconvolge la vita di Adriano è la perdita del caro padre, a cui lui era molto legato.

IL CROLLO – Per Adriano inizia una spirale di sofferenza e depressione che lo porta ad ingrassare, ad essere dipendente dall’alcol, all’uso di stupefacenti, a saltare puntualmente gli allenamenti. Minaccia più volte di suicidarsi e solo l’intervento della madre lo ha più volte dissuaso dal fatale gesto.

Nonostante l’Inter, i tifosi e Moratti avessero sempre coccolato, amato e cresciuto Adriano come un figlio, in una situazione del genere era arrivato il momento dei saluti. La ‘saudade’ aggiunta a tutti gli stati psicosomatici sopra citati, rendevano Adriano una persona pericolosa in grado di poter perdere la ragione in qualsiasi momento.

Così si decise per il ritorno in patria, al San Paolo. L’idea sembrò portare i suoi frutti, infatti il brasiliano in 6 mesi segnò la bellezza di 17 gol, la vicinanza degli amici di infanzia e della famiglia sembrava aver giovato all’ Imperatore di Milano.

Adriano dunque torna all’Inter, nella stagione 2008/2009 sotto la guida di Josè Mourinho, iniziando subito con un gol in Champions League, il 17esimo in maglia neroazzurra nelle coppe europee. Il 22 ottobre 2008 segna l’1-0 vincente contro l’Anothosis, siglando il suo 18º gol in Champions League e il 70º per la maglia nerazzurra,diventando quindi il miglior marcatore di tutti i tempi della squadra nerazzurra nella massima competizione europea. Il rapporto con Mou sembra essere positivo, ma i ritardi agli allenamenti gli costano una serie di esclusioni dalle convocazioni.

In aprile, dopo aver risposto a una convocazione della Nazionale brasiliana, Adriano non torna con il resto dei compagni in Italia. Dopo alcuni giorni in cui si erano perse le sue tracce, lo stesso Adriano che era tornato a casa di sua madre, dichiara: “Per ora smetto, ho perso la felicità di giocare. Non so ancora se starò per uno, due o tre mesi senza giocare. Ho intenzione di ripensare alla mia carriera”

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La lunga militanza del brasiliano nella squadra nerazzurra termina ufficialmente dopo otto anni, 177 partite ufficiali e 74 reti, il 24 aprile 2009, giorno in cui giunge la comunicazione ufficiale da parte dell’Inter della risoluzione consensuale del contratto con il giocatore.

Inizia un lungo girovagare per l’incredibile Hulk,  che passa per Flamengo, Roma, Corinthians e ancora Flamengo. In questi anni fioccano problemi con la mafia, problemi con la legge, problemi con l’acool. Adriano viene implicato in qualsiasi cosa: traffico di armi, di droga, prostituzione, tentato omicidio.

Ne succedono di tutte e lui intanto (fattore da non dimenticare) continua ad ingrassare, fino alla rescissione nel novembre 2012, dichiarando di voler smettere con il calcio, vista anche la sua forma fisica inaccettabile.

UN NUOVO ADRI? – Dopo il rifiuto da parte di una squadra di Serie C brasiliana, alla quale l’ex calciatore si era proposto, probabilmente Adriano ha capito di aver toccato il fondo (un pò in ritardo).

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Qualcosa è cambiato ora, Adriano sta per rinascere (ancora). Dopo i 10 kg persi, la storia d’amore con la nuova fidanzata e la notizia dell’arrivo del terzo figlio in arrivo, l’Imperatore è vicino al ritorno in campo. In questi giorni l’Internacional di Porto Alegre sembra interessato al giocatore, ed il tecnico Carlos Dunga ha dato la sua approvazione. Per Adriano il club sta preparando un contratto a gettone, in base alle partite giocate e ai gol realizzati.

Con la probabile cessione di Damiao, l’Internacional cerca un punta per sostituirlo. Se l’Imperatore tornasse in forma, sarebbe grado di fare sfracelli in Brasile come ha già fatto in passato.

Il sogno di molti interisti, è quello di rivedere Adriano ancora ad alti livelli ed essere decisivo, perchè l’amore per lui non è mai svanito ed indipendentemente da dove si trovi e con che squadra giochi, i tifosi interisti sono con lui. Un ragazzo che prima della morte del padre era un esempio per i giovani e per i compagni dentro e fuori dal campo, un giocatore devastante, un ragazzo speciale.

L’augurio per Adriano è quello di tornare, almeno per qualche anno, un grande giocatore. Il calcio come la vita, ti da e ti toglie qualcosa. Ad Adriano aveva dato tanto, un talento fuori dal comune, ma aveva anche tolto tanto, un padre e una carriera rovinata.

Sarebbe un sogno vedere Adriano tornare a segnare e sorridere come un tempo, nel suo Inter(nacional), nella sua patria, nel suo Brasile, nei suoi Mondiali. Ad oggi è una follia poter immaginare Adriano al prossimo Mondiale, ma vista la carenza di attaccanti della Selecao e la stima che ha Felipe Scolari per l’attaccante, nulla è da escludere. Il ct brasiliano già nel 2002 si rese protagonista di una convocazione inaspettata come quella di Ronaldo (che non giocava in Nazionale da 3 anni) al posto di Romario….

A 31 anni non si è vecchi (chiedete ai vari Totti, Klose, Di Natale, Toni e perchè no anche Rocchi) e sognare un Imperatore sul tetto del mondo è tanto folle quanto romantico.

E invece… vediamo cosa è successo…

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