Eboli: chiude ‘Domus Vivendi’, la storica attività della famiglia Astone

“Quando tutto cambia, cambia tutto”.

Con questa frase, dallo scorso 31 dicembre, la storica attività della famiglia Astone dice addio ai suoi clienti e al commercio ebolitano, in cui è stata protagonista per oltre 60 anni passando di padre in figlio. Tutti i cittadini di Eboli, grandi e piccini, almeno una volta nella loro vita sono passati in Piazza della Repubblica per poi soffermarsi dinanzi alle vetrine della ‘Domus Vivendi’ di Carlo Astone, un’attività iniziata con la vendita di mobili, evolutasi con la vendita di giocattoli e tramontata pochi giorni fa come vendita al dettaglio di oggetti per la casa.

domus vivendi carlo astone eboli

 

Una scelta, quella della famiglia Astone, dettata dal cambiamento del mercato e dall’evoluzione delle attitudini delle persone: “Tutto è cambiato. Gli acquisti ormai si fanno online – ci racconta Attilio Astone, figlio di Carlo, che ha gestito l’attività negli ultimi 7 anni – chi si sposa non compra più piatti e bicchieri, il classico corredo come la tradizione voleva, ma preferisce un viaggio o prodotti elettronici”. La città di Eboli perde così una famiglia icona del commercio locale: “La scritta Domus Vivendi sta a segnalare il tramandarsi di questa attività di generazione in generazione, – continua Attilio – iniziata da mio padre Carlo oltre 60 anni fa. Iniziò vendendo mobili, poi è passato al mondo dei giocattoli e del collezionismo”.

Questa scelta fu molto importante per l’attività della famiglia Astone, infatti, le loro vetrine con esposti giocattoli e pezzi da collezione, suscitavano l’interesse dei bambini ebolitani a tal punto da diventare ‘materia da studiare a scuola’: “Le maestre a scuola raccontavano, leggendo i temi scritti dai bambini – ricorda Attilio -, che c’era questo signore gentile (‘Carl’Astone’, con l’apostrofo come lo scrivevano i bimbi) e le sue magiche vetrine che erano un punto di riferimento dove andare a scegliere i propri giocattoli preferiti”. All’epoca, negli anni 80’, non vi erano molti negozi del genere e la bravura di papà Carlo nell’offrire alla città ciò di cui aveva bisogno fu una grande toccasana per la longevità dell’attività di famiglia.

Nell’ultimo mese, che ha portato alla chiusura del negozio, sono stati tantissimi i messaggi di affetto ricevuti dalla famiglia: “Ringrazio tutti – conclude Attilio – mancherà un riferimento ma la vita continua. 7 anni fa abbiamo fatto una scelta di cuore nel passaggio da padre in figlio, oggi abbiamo fatto una scelta di testa”

Filippo Folliero

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