Il cervello: centro di vita fisico e mentale, tanto perfetto quanto vulnerabile

Il cervello o encefalo, anatomicamente parlando, è quella parte del nostro corpo che va a decodificare, reinterpretare e stabilire un contatto con tutto ciò che ci circonda fisicamente ed emotivamente. A tale proposito c’è da dire che questo è davvero il nostro centro vitale, poiché senza una sua funzione e senza la sicurezza di un equilibrio di questo organo così importante, la vita diventa complicata, irrazionale e a volte impossibile.

L’encefalo umano è estremamente affascinante in quanto alcuni suoi processi fisiologici sono ancora da chiarire. La lettura di questo articolo, in questo momento, stimola il sistema nervoso periferico e centrale che concorre ad attivare una determinata area dell’encefalo che ci rende critici ed evoca in noi sensazioni di interesse o noia. Questa macchina così perfetta ci permettere di amare, odiare, agire, progettare; insomma di vivere. Come tutte le macchine anche essa è costituita da parti adibite a determinate funzioni. La divisione dell’encefalo umano avviene in base alle azioni che ogni singola parte svolge all’interno di esso, basti pensare alla corteccia motoria o a quella sensitiva che svolgono funzioni di decodificazione mediata, appunto, da stimoli esterni o ancora di stabilire e coordinare movimenti volontari del corpo.

Parlare del cervello in maniera approfondita non è così facile in quanto la complessità degli eventi fisiologici e la coordinazione con cui questi avvengono è tanto incredibile quanto ostica da comprendere. Restano irrisolti molti problemi su tale argomento come per esempio patologie mentali degenerative (Alzheimer, Parkinson), che rendono questa macchina perfetta vulnerabile e impossibilitata a mantenere uno stato fisiologico normale. Il nostro sistema nervoso comunica attraverso delle cellule specializzate come i neuroni caratterizzati dall’avere un corpo cellulare, dove vi è il nucleo della cellula, che rappresenta la parte iniziale da dove origina il frammento lungo della cellula cioè l’assone, e la parte finale ovvero il terminale sinaptico, che è adibito al rilascio di speciali molecole chiamate Neurotrasmettitori che permettono la comunicazione intracellulare.

Quando qualcosa a livello fisiologico interrompe la normale conduzione elettrofisiologica degli eventi nervosi e quindi il traffico di questi speciali neurotrasmettitori (dopamina, serotonina, GABA, aspartato ecc..) si instaura un processo anormale patologico. Nel caso del morbo di Parkinson, parlandone in maniera molto semplificata, vi è una degenerazione di speciali neuroni all’interno di un nucleo subcorticale, ovvero al di sotto della corteccia che sarebbe la parte superiore del cervello e precisamente delle vie neuronali nigrostriatali che concorrono al mantenimento all’interno di una specifica zona del cervello. La ‘substantia nigra’ o sostanza nera, è divisa a sua volta in substantia nigra ‘pars compacta’ e ‘pars reticolata’, di un livello normale di dopamina , neurotrasmettitore coinvolto anche in altri processi patologici. Il depauperamento o impoverimento della dopamina a livello centrale è un processo fisiologico e si è notato come questo sia correlato allo sviluppo della malattia di Parkinson che prende appunto il nome da James Parkinson, il primo che la descrisse e identifico’; ed è caratterizzata da tremore, mancanza di coordinamento ad esordio di solito unilaterale, con acinesia o bradicinesia e instabilità posturale. Il fatto che il depauperamento dopaminergico sia un processo normale dovuto al processo di invecchiamento rende malattia più riscontrabile in soggetti anziani anche se questa non è una regola .

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Il morbo di Parkinson è solo una delle patologie che dovrebbe farci capire quanto la nostra macchina cerebrale è un qualcosa di così perfetto ma al tempo stesso vulnerabile e diventa in alcuni casi difficile tenere sotto controllo stati patologici o debellarli del tutto. Le case farmaceutiche, gli studiosi, i ricercatori, i medici, i farmacologi e i biologi, insomma tutto l’esercito della salute, ogni giorno lavora per risolvere problemi relativi a patologie come cancro, malattie degenerative di tutti i generi , epidemie ,malattie genetiche ecc.. Nel caso specifico del Parkinson essendo una malattia degenerativa l’arsenale farmaceutico serve solo ed esclusivamente a rendere la malattia quanto meno devastante possibile e una delle terapie di solito include proprio il cercare di tenere sotto controllo i sintomi ripristinando il livello dopaminergico a livello centrale somministrando ad esempio L-dopa, farmaco leader per la cura di questa patologia.

Ora dopo questa piccola discussione non ci resta che augurarci che il nostro cervello resti intatto e funzionante per altro tempo permettendoci di pensare, amare, soffrire, piangere, sorridere ma anche progettare e agire, insomma di vivere una vita che vale la pena di essere vissuta.

A cura di Vincenzo ‘Dottor Pio’ Zottoli

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