Caro Javier, dopo tanti anni consentimi di darti del Tu,

Potrei scrivere un libro per parlare di Te, del Capitano… oh mio Capitano! IL Capitano, l’unico Capitano. Non ce ne saranno più come te, persone, uomini e calciatori così non ne vedremo mai più.

Da quando ho iniziato a seguire l’Inter, Tu ci sei sempre stato e dall’anno prossimo vedere i colori neroazzurri senza quella maglia numero 4, targata J.Zanetti non sarà più la stessa cosa.

La Tua carriera la possono ricordare tutti, io voglio ricordati da tifoso e ciò che hai lasciato a me e a tutti gli altri neroazzurri. Un esempio di vita, di calcio, di lealtà.

Avevo 5 anni quando sei arrivato, ora 24, Tu dopo 19 anni te ne vai. Ci sei sempre stato, le Tue quasi due decadi all’Inter non sono una semplice carriera, ma segnano un solco nella vita di tutti gli interisti. Con te si chiude un ciclo, un capitolo di vita di ogni tifoso.

Da quando sfogliavo le tue immagini sui giornaletti sportivi, da quando raccoglievo le tue figurine a sentire le partite per radio, a vedere le azioni salienti con 90° minuto, alle prime partite viste in TV con Stream e Tele Più a casa di amici di mio padre e mio zio, a vederle a casa con mio padre con l’arrivo di Sky, ad andare a casa degli amici di sempre a tifare tutti insieme, a vederti dal vivo, a scrivere per te e di te. Ne è passato di tempo, ne è passata di acqua sotto i ponti.

E’ finita un’epoca, sei arrivato nell’anno in cui veniva lanciata la prima Play Station, nell’anno della guerra in Bosnia, della nascita ufficiale dell’Unione Europea, della morte del padrino del gangsta rap Eazy-E, della nascita del primo algoritmo di Google, dei primi telefoni cellulari grandi come un cordless odierno, dove la Fiat Punto era auto dell’anno, dove il campionato italiano era il più bello d’Europa.

Te ne vai in un mondo completamente diverso, siamo alla quarta generazione di Play Station, il gangsta rap è morto per lasciar spazio a soldi e belle donne, siamo arrivati nell’era dei social network, gli I-Phone fanno da padrone, la Fiat si è fusa con la Chrysler e il campionato italiano è al 4°-5° posto in Europa.

Se il mondo è cambiato così tanto, immaginate la vita di un ragazzo che da bambino diventa uomo, con una costante, sempre lì, sempre JZ4. Sembra esagerato, ma eri come un membro della famiglia, sempre lì, una sicurezza, Tu c’eri sempre. Allora io voglio solo ringraziarti Javier, per essere cresciuto in un calcio che ancora presentava modelli (di vita) come te, che mettevano il rispetto e l’educazione alla base di tutto. I valori della famiglia e dello sport come dogmi assoluti.

Eri l’ultima speranza, anche quando tutto andava male… “Se perde palla anche Zanetti, non è serata” (Io e mio padre).

E quindi,

Grazie per avere insegnato a tutti cos’è davvero il calcio,

Grazie per aver rispettato sempre il tuo avversario anche quando forse non lo meritava,

Grazie per essere stato impeccabile nel capello e bionico nel fisico,

Grazie per esserti improvvisato cantante,

Grazie per esser stato sempre umile e mai fuori dalle righe,

Grazie per esserti guadagnato le prime pagine per ciò che facevi in campo e non fuori,

Grazie per aver provato a insegnare il rispetto e l’educazione ai tuoi compagni e ai tuoi avversari,

Grazie per il gol in finale Uefa e quello al 90′ contro la Roma,

Grazie per essere stato una persona pulita in un mondo corrotto,

Grazie per esserti guadagnato il rispetto anche delle tifoserie rivali con la tua lealtà,

Grazie per aver dimostrato che dedicarsi con costanza alla famiglia e al lavoro paga sempre,

Grazie per esserti rialzato dopo un infortunio a 39 anni e aver dato l’ennesimo esempio di professionalità,

Grazie per tutte le cavalcate emozionati che ci hai regalato,

Grazie per aver rifiutato Real Madrid e Manchester United,

Grazie per non averci mai abbandonato anche nei momenti più bui.

Grazie, Capitano.

Ciao Javier, da uno qualunque dei tuoi milioni di tifosi.

 

L’Inter è sempre sola nel senso di solitaria, staccata da tutto il resto, al confine; è sola nel senso di unica, nel modo di pensare, di agire e di rapportarsi con il mondo. Non mi stancherò mai di ripeterlo, a costo di sembrare banale: l’Inter è una creatura diversa rispetto a tutte le altre squadre” (Javier Zanetti)

 

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