Tragedia Unisa, parla l’autista: “Possono anche venirmi ad uccidere, porgo io il coltello”

Drammatica, l’intervista rilasciata a Lira Tv dall’autista della Sita che ha investito ed ucciso Francesca Bilotti al Campus di Fisciano:

“Chiedo scusa, sono distrutto. Vorrei morire anch’io. Quella mattina era meglio che non mi svegliavo per andare a lavorare. Quando sono arrivato al terminal di Fisciano, a causa della coda degli altri mezzi, mi sono fermato con la parte anteriore che aveva varcato il cancello di ingresso e quella posteriore ancora fuori. Ho atteso che il collega che si trovava dinanzi al mio pullman liberasse la zona ed ho eseguito questa maledetta manovra per portarmi al box. Dallo specchietto la visuale copre soltanto la metà del mezzo ed il fondo e tra l’altro c’erano tanti ragazzi a bordo anche in piedi pronti per scendere. La parte anteriore destra è una zona oscura per noi. Nel fare la manovra purtroppo ho urtato questa ragazza che è caduta e l’ho investita. Non è stata colpa mia. Mi dispiace per la famiglia. Anche io ho dei figli e non chiudo occhio da quando è successa questa tragedia. Spero che il Signore mi dia la forza di andare avanti. Chiedo perdono ai genitori e se vogliono possono venire anche ad ammazzarmi, gli porgo io il coltello. Più di questo non posso fare. Sono distrutto”.

L’autista, inoltre, racconta di averla vista in vita solo per pochi attimi:

“Quando sono sceso dal pullman la ragazza respirava ancora. Si agitava ed all’improvviso ha dato l’ultimo sospiro ed il Signore se l’è chiamata. Hanno chiamato i soccorsi con l’ambulanza che è arrivata subito. Io mi sono allontanato dal luogo recandomi nella biglietteria sotto consiglio di qualche collega. Quando sono arrivati i soccorsi ed ho visto che porgevano il lenzuolo ho capito quello che era successo. Quando sono arrivati i Carabinieri mi sono costituito. Sono 40 anni che faccio questo lavoro, mai una pecca, mai un errore. A giugno sarei andato in pensione”, ha concluso, con un dolore impresso negli occhi.

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