Gomorra: la serie tv che divide Napoli

Dopo quasi otto anni dall’uscita del best seller Gomorra, di Roberto Saviano, la casa di produzione Cattleya in collaborazione con Fandango e La7 ha realizzato una serie tv omonima che dalla sua prima messa in onda, ha fatto molto discutere. Inserita nel palinsesto di Sky Atlantic dal 6 Maggio, ogni martedì sera, è la seconda trasposizione dell’opera dopo il film Gomorra di Matteo Garrone.

La regia nuda e cruda di Stefano Sollima (stesso regista di un altra serie cult come Romanzo Criminale) si sposa perfettamente con il tema. La scelta dei personaggi pare essere molto azzeccata e le scenografie sono davvero curatissime, tant’è che è stata venduta in 40 paesi, anche negli USA. Ecco il trailer…

Ma la serie, come si evince dal titolo, divide la città di Napoli su due fronti: chi l’apprezza come un ‘prodotto filmico-seriale di qualità’ e chi invece la vuole boicottare, considerandola come ‘l’ennesima offesa verso la città e il popolo partenopeo’. Ciò ci sembra ipocrita e pretestuoso.

E’ vero, uno spettatore ignorante che non conosce a pieno la bellezza, la storia e il calore della città all’ombra del Vesuvio può erroneamente pensare che Napoli sia solo questo. Certo, ciò è fuorviante e riduce i quartieri partenopei a covo dei più malfamati e loschi affari.

Ma, in realtà, Napoli non è solo questo anche se purtroppo convive con il suo lato oscuro: una città che vanta un’associazione criminale che fattura più della Apple. Poi si può discutere del benestare delle istituzioni legali che appositamente mettono in risalto quelle illegali per coprire il marcio interno che c’è, su questo siamo tutti d’accordo, ma è impensabile pretendere che chi lavora in tv (per di più in emittenti private) o al cinema debba avere un attenzione maggiore verso le cose giuste e belle.

Chi lavora con i media non ha l’obbligo di educare, al massimo di essere sincero. Allora adesso per par condicio Sky dovrebbe far vedere un documentario sulla lavorazione delle sfogliatelle o dei calzoni cigoli e ricotta.

Seguendo questo ragionamento allora dovremmo vietare tutto: non esisterebbero più capolavori come Il Padrino, Blow, Scarface e chi più ne ha più ne metta, solo perchè non trattano cose belle e piacevoli.

A voi la scelta, cosa farete il martedì sera… cambierete canale o preparerete i pop corn?

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