Avevo 14 anni in quel Luglio 2004, quando ho assistito come il resto d’Europa e del Mondo alla ‘miracolosa’ favola della Grecia di Otto Rehhagel, che nel cielo di Lisbona sollevò la coppa di Campioni d’Europa, battendo in finale i padroni di casa del Portogallo.
Un evento indelebile nella mente di un ragazzino innamorato del calcio, che sa bene che favole così (forse) si vedono pochissime volte in uno sport come il calcio.
Se 10 anni fa è stato un miracolo, il ripetersi di una situazione del genere oggi, sembra più che impossibile. Questa era la formazione titolare che giocò la finale, contro il Portogallo di un giovane CR7 e delle stelle Figo, Deco e Rui Costa:
(4-4-2) Antonis Nikopolidis; Giourkas Seitaridis, Traianos Dellas, Michalis Kapsis, Takis Fyssas; Stelios Giannakopoulos, Angelos Basinas, Theodoros Zagorakis (C), Kostas Katsouranis; Angelos Charisteas, Zisis Vryzas.
Una squadra operaia, senza campioni e senza grandi individualità. Una squadra tutta cuore e organizzazione che aveva in Basinas il faro del centrocampo, in Dellas il leader difensivo, in Nikopolidis e Zagorakis l’esperienza e in Charisteas l’uomo della provvidenza. Nel tecnico tedesco Otto Rehhagel un abile stratega.
FASE A GIRONI – La Grecia degli ‘italiani’ Dellas (Roma), Karagounis (Inter) e Vryzas (Fiorentina), fu inserita nel girone A con Spagna, Portogallo e Russia, partendo dalla 4a fascia.
Nella partita inaugurale, gli ellenici sconfiggono i padroni di casa per 2-1, mentre la Spagna vince 1-0 sulla Russia. Nella seconda giornata i portoghesi battono 2-0 la Russia, eliminandola; contemporaneamente la Grecia blocca sul pari la Spagna. Tutto il girone si decide all’ultima giornata: i portoghesi devono vincere per avere la certezza della qualificazione, agli spagnoli e ai greci basta un pari. I lusitani vincono il derby iberico 1-0, e ciò rende gli spagnoli attenti al risultato di Grecia-Russia: i russi vanno in doppio vantaggio, ma gli ellenici segnano il gol del 2-1 e, pur avendo perso, pareggiano la differenza reti con la Spagna e la eliminano, avendo segnato più gol, 4, contro i 2 iberici.
QUARTI DI FINALE – La Grecia è tra le prime 8 squadre d’Europa e ora sulla sua strada trova ad attenderla la Francia, Campione d’Europa in carica. La nazionale transalpina gioca aspettando che i greci commettano degli errori, ma gli avversari riescono a segnare al 65º con Charisteas. I francesi Zidane, Henry, Trezeguet, Vieira, Thuram, escono di scena dal torneo perdendo 1-0, mentre la Grecia si qualifica per la prima volta nella sua storia alle semifinali.
SEMIFINALE – La Grecia, che partirà sempre sfavorita in ogni sfida, supera la più quotata Repubblica Ceca di Cech e Nedved per 1-0 ai tempi supplementari ed accede quindi alla finalissima. Marcatore decisivo è il gigante della Roma, Troianos Dellas al 105º.
FINALE – Portogallo e Grecia si ritrovano contro 22 giorni dopo la gara inaugurale del torneo e vinta 2-1 dai greci; questa volta in palio c’è la conquista del titolo di Campione d’Europa. Anche questa volta vincono i greci, con una rete del solito Charisteas al 57º dopo una gara tattica e con poche occasioni.
Grecia Campione d’Europa per la prima volta nella storia, non era mai accaduto che la squadra ospitante dell’Europeo venisse sconfitta una volta arrivata in finale.
Il successo della Grecia, che non aveva mai vinto neanche una partita nelle precedenti edizioni della fase finale dell’Europeo, era inatteso (i bookmakers inglesi davano la vittoria greca a quota 100 all’inizio del torneo).
Come migliore giocatore del torneo fu nominato il capitano della Nazionale greca, Theodoros Zagorakis.
La Grecia ha battuto 2 volte la squadra ospitante, all’esordio e in chiusura. Una parentesi unica nel calcio, che difficilmente si ripeterà.
Una squadra che dimostrò al mondo che nulla è impossibile, che col cuore vinse una coppa che sembrava inimmaginabile anche dal tifoso più ottimista e per questo fece innamorare tutto il mondo.