La testimonianza di un mondo semplice che è scomparso, la protesta, la speranza e l’immancabile ironia. Acquerello, l’opera di Giancarlo Vigorito che di cui oggi vi parliamo, tocca fisicamente e metaforicamente i luoghi più profondi del panorama del Sud Italia.
Racconti brevi e decisi, autobiografici, dove come protagonisti troviamo gli abitanti del Cilento che vivono emozioni differenti e in cui è facile riconoscersi da abitanti del sud. Episodi fatti di ricordi e di vita vissuta, storie vere che ripercorrono i valori e l’orgoglio della origini cilentane.
Non solo, l’autore ci fa vivere molti aneddoti della sua vita anche al di fuori del territorio cilentano con uno stile che miscela sapientemente racconti nostalgici e poetici. Il contrasto tra Nord e Sud, i valori di una volta che oggi vengono a mancare e lasciano quel filo di amarezza nostalgica.
Un linguaggio semplice, chiaro e diretto che fa vivere e respirare i luoghi del Cilento attraverso la lettura. Consigliato soprattutto a chi ama immergersi nelle atmosfere del nostro territorio, a chi piace perdersi nei ricordi, a chi porta con sè antichi valori oggi andati persi.
“La creatura sembrava lenta e troppo maldestra per averne timore e tuttavia sentiva distintamente le vibrazioni della caccia che provenivano da lei. Un movimento impercettibile delle pinne ventrali e fece capolino dallo scoglio con la caudale in tensione per tenerla pronta allo scatto e alla fuga. La creatura era enorme e non sembrava aver avvistato il predatore, né pareva aggressiva e pericolosa, malgrado le vibrazioni che emetteva…”