Alla riscoperta del nostro territorio: i giardini della Villa d’Ayala, dai normanni al Sovrano Militare Ordine di Malta (FOTO)

Continua il nostro viaggio, grazie alla collaborazione di Raffaele Ciaglia gestore di “Le nostre Bellezze Sconosciute” e sempre alla ricerca di luoghi della Provincia di Salerno a cui ridare lustro e visibilità, nel riscoprire le tante bellezze che la storia ha lasciato sul nostro territorio.

Oggi vi portiamo nei giardini della Villa d’Ayala a Valva, in provincia di Salerno, sono annoverati tra i più belli d’Italia. Un bosco ceduo misto tra lecci, magnolie ed aceri, solcato da viali, con due giardini all’italiana ed il Teatrino di Verzura.

La Villa è un luogo dai toni romantici ed affascinanti che solo i giardini storici riescono a trasmettere con quel misto di bellezze artistiche e naturalistiche che si intrecciano alla perfezione. Il tutto è reso ancora più magico dalla presenza di arredi scultorei come fontane e piccole architetture che spuntano all’improvviso nel verde per regalare l’immagine di un luogo incantato. In un quadro geografico del verde storico, insieme ai giardini della Reggia di Caserta, a Villa Rufolo e Villa Cimbrone a Ravello, sono gli unici giardini nel Sud Italia, prima di arrivare ad Isola Bella in Sicilia.

LA STRUTTURA – La villa ha un’estensione di 600 metri quadrati, mentre il parco misura circa 18 ettari ed è interamente circondato da mura. Il parco è attraversato nella sua estensione da un sistema di caverne e canali, forse risalenti ad epoca romana e con funzioni di incanalatura delle acque e di cava per il materiale da costruzione. In una delle grotte del parco è conservata un cippo sepolcrale di epoca romana dedicata ad una augustale.

AMBIENTAZIONE – Frutteti, viali di platani, il bosco ceduo, magnolie, cedri e giardini all’italiana, abbelliscono il giardino della villa d’Ayala che ha toni romantici e spunti mitologici ritornati in voga con gli scavi vesuviani del XVIII secolo. L’allestimento del giardino recupera echi della stagione italiana tra manierismo e barocco. Fino agli anni ’50 dello scorso secolo c’erano anche cervi e caprioli, il parco è stato aperto al pubblico dopo il terremoto dell’80 grazie al supporto di un barone austriaco che venne in soccorso alla zona e aprì l’anfiteatro di verzura al pubblico.

STORIA – La villa dei Marchesi d’Ayala di Valva e l’annesso parco sorgono alle pendici del Monte Marzano, territorio che fu feudo di un signore normanno Gozzolino a partire dall’anno 1108. È a lui che risale la costruzione della torre posta a difesa del parco, seppure attualmente danneggiata dal sisma dell’80.

Nel 1760 ci sarà il matrimonio con lo spagnolo Don Diego D’Ayala che unirà i due rami nobiliari. Nella villa è possibile vedere sulle sculture, sulle panchine e dipinto all’interno degli ambienti lo stemma con il simbolo delle due casate nobiliari.

L’attuale immagine del parco è frutto di una continua azione di abbellimenti svolta nei secoli, di cui gli ultimi e più importanti sono stati realizzati dal marchese Francesco d’Ayala.  Nominato da Ferdinando IV di Borbone sovrintendente di tutte le strade e i ponti del Regno di Napoli, costruì la cosiddetta ‘strada del grano’.

L’ultimo marchese sarà Giuseppe Maria Valva che muore nel 1951 lasciando tutta la proprietà al Sovrano Militare Ordine di Malta.

Leggi anche “La grotta di San Michele Arcangelo, scava nella roccia 700 anni fa” —> https://angolodiphil.it/alla-riscoperta-del-nostro-territorio-la-grotta-di-san-michele-arcangelo-scavata-nella-roccia-oltre-700-anni-fa-foto/

Filippo Folliero

CHE DICI?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *