Continua il nostro viaggio, grazie alla collaborazione di Raffaele Ciaglia gestore di “Le nostre Bellezze Sconosciute” e sempre alla ricerca di luoghi della Provincia di Salerno a cui ridare lustro e visibilità, nel riscoprire le tante bellezze che la storia ha lasciato sul nostro territorio.
Quest’oggi la nostra escursione si svolge a Laviano, sul ponte tibetano e al bellissimo castello medioevale. Quest’ultimo ha origini molto antiche e oltre al ben più noto ponte è una struttura che merita assolutamente di essere visitata.
STORIA – Nell’opera “Storia del regno delle due Sicilie”, la comparsa di Laviano viene associata ai Sabini in quello che si definisce l’ultimo villaggio degli Ursentini tanto che lo stesso nome “Lavianum” sarebbe un termine sabino e vorrebbe significare feudo rustico della “gens Lavia” (circa VI-VII sec. a. C.). Inoltre, alcuni ritrovamenti archeologici nell’alta valle del Sele (Laviano, Castelnuovo di Conza, Santomenna) testimoniano la presenza di popolazioni sannitiche già dal V sec. a. C.
La storia di questo paese è stata segnata dalla presenza dei boschi: basti pensare che già nel periodo romano l’attività portante produttiva era quella del legname e che dal I sec. a. C. è accertata l’esistenza di un “collegium dendrophorum” e cioè di una corporazione tra le cui principali iniziative ricadeva il commercio di legname soprattutto di specie di alto fusto quali, ad esempio, le querce, i faggi e le conifere maggiormente richieste dal mercato per la carpenteria e la cantieristica navale.
Dendroforo era, infatti, il nome del sacerdote che durante le feste greche (dendroforie di Dioniso e Demetrio) e poi quelle romane (di Attis e della Magna Mater) portava rami di alberi.
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Filippo Folliero