Sulla scia di ciò che vi abbiamo raccontato negli scorsi mesi, continua la rubrica in cui i ragazzi di “Appuntamento Letterario” ci daranno ogni due settimane i loro consigli per una sana ed immersiva lettura.
Nessuno spoiler, nessuna recensione, ma una presentazione di un libro che a detta del gruppo tutti dovrebbero leggere. Proseguiamo con lo spazio dedicato agli autori del nostro territorio, con recensioni ai loro lavori a cura di Roberta Gargiulo. Oggi i nostri occhi si posano sull’opera “Il cielo buio di domani”, del salernitano Karim Mangino.
IL CIELO BUIO DI DOMANI – E’ un romanzo noir che appassiona fin da subito il lettore, lo tocca in profondità e questo perché, il “domani”, è quello della vicenda personale del protagonista, ma anche quello della vita di tutti. L’autore salernitano Karim Mangino, infatti, vi intreccia molti temi sociali; dall’emarginazione, al femminicidio, al voyerismo dei media, fino ad arrivare alla malavita e ai traffici illegali di una Napoli grigia, incupita da pensieri ossessivi e avvolta dal mistero.
Raffele Marino, nutre un sentimento di inadeguatezza, è avulso dalla sua stessa esistenza, si lascia vivere dalla quotidianità scandita dal lavoro in erboristeria e dalla vita familiare. L’evento tragico, però, rompe definitivamente l’equilibrio, la perdita della figlia Paola, vittima di femmicidio, stravolgerà la sua vita. Un vortice di autodistruzione lo condurrà verso una strada senza ritorno, prima alla ricerca della vendetta, bussando alle porte degli ambienti malavitosi e scendendo a patti con capi di camorra e sanguinari killer, poi verso la dissoluzione totale della propria identità, fino alla follia. Perso nella periferia della città, Raffele scoprirà luoghi pericolosi, ma anche dolorose ferite, attraverso la sua tragedia personale porterà il lettore nel mondo delle scommesse sui combattimenti clandestini dei cani, nella stanza dalle tende gialle di una prostituta e nel nodo di relazioni da cui emergono ben caratterizzati tutti i personaggi che popolano le pagine del romanzo.
Il racconto è condotto su piani temporali sovrapposti e nel vortice di un presente scomodo, che lascia senza scampo, giungono rassicuranti le scene dal passato, proprio lì, dove affiorano i ricordi di un’esistenza felice, emerge quella prosa evocativa densa di riflessioni che affiorano dal dialogo interiore del protagonista.
La narrazione è carica ma allo stesso tempo efficace e trascinante, l’autore racconta la verità psicologica e sociale e non teme di mostrarla in maniera cruda, anzi la accentua con i dialoghi serrati in forme dialettali e la prosa fluida dei ricordi. Lo slancio ritmico e la tecnica avvincente sono peculiarità personalissime che restituiscono la cifra stilistica dell’autore.
A cura di Roberta Gargiulo