Appuntamento Letterario consiglia: “Rancore”, di Gianrico Carofiglio

Sulla scia di ciò che vi abbiamo raccontato nelle scorse settimane, continua la rubrica in cui i ragazzi di “Appuntamento Letterario” ci daranno ogni due settimane i loro consigli per una sana ed immersiva lettura.

Nessuno spoiler, nessuna recensione, ma una presentazione di un libro che a detta del gruppo tutti dovrebbero leggere.

RANCORE – Penelope, la protagonista del romanzo, direbbe che il tempo è indecifrabile. Talvolta i fatti del giorno prima, appaiono collocati in un passato nebuloso e remoto, altre volte basta una madeleine (volendo citare Proust) per portare quelli assai lontani, immediatamente nel presente.

È proprio il tempo, sviluppato su piani narrativi paralleli, ad avere una particolare attenzione da parte dell’autore. La narrazione, infatti, svela tra flashback del passato e vicende del presente, gli elementi utili al racconto dell’indagine, ma anche della vita privata della protagonista. Penelope Spada, ex magistrato, non è una novità nel panorama dei personaggi “figli” dello scrittore. Già in un primo romanzo, è investigatrice di un caso archiviato, ora torna a parlare di sé facendo riferimento alle sue “vite” precedenti, le ripercorre insieme al lettore, snocciolando la vicenda che ha distrutto la sua carriera e che tiene bloccata la sua esistenza, perché lei stessa fatica a perdonare i suoi errori.

Ci sono tutti gli ingredienti per ripensare a un classico giallo, eppure capiamo subito di trovarci nell’ambito di una narrazione che non resta mai in superficie. In effetti l’esplorazione della profondità dell’animo dei personaggi, anche la più celata, risulta tanto avvincente quanto i progressi investigativi del crimine o della cronaca. Dall’essenzialità rappresentativa, che serve all’autore per delineare un personaggio, un ambiente o un’atmosfera, si passa – con straordinaria capacità evocativa – alla resa della sfera psicologica. Proprio quest’ultima immerge il lettore nella vita di Penelope, fatta di dissonanze, errori e debolezze che, in fondo, fanno parte della vita di tutti.

Lo stile sorvegliato di Carofiglio, dalla scrittura piana e accurata, sembra voglia ottenere – privo com’è di qualsiasi artificio retorico – un solo fine, che coincide con quello degli esiti di “Rancore”, ovvero la ricerca della verità.

A cura di Roberta Gargiulo

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