Battipaglia, caso gatti avvelenati: responsabilità, reazioni e azioni

Strage di gatti avvelenati in tutta la città di Battipaglia.

È la notizia che più fa discutere nelle ultime settimane, ma facciamo un passo indietro.

Quando, quest’estate, parlavamo della discutibile gestione dell’abbandono degli animali  da parte delle autorità comunali – non che fosse una gran scoperta -, qualcuno rincalzò con il solito ragionamento verticale: “il nostro “Paese” ha problemi molto più importanti da risolvere”.

LE PREMESSE – Premettendo che è da considerarsi opinione il pensiero che un sistema funziona bene se ci si approccia a tutte le problematiche operando sullo stesso piano, in quell’occasione si cercava di spiegare che il comune doveva prendere dei provvedimenti.

Oltre al monitoraggio delle zone periferiche in cui gli abbandoni sono più frequenti, si invitava l’amministrazione a risolvere con, o prendendo almeno in considerazione – non ci permettiamo di dare direttive -, la sterilizzazione degli animali randagi e la microchippatura in Asl. Tutte operazioni atte a tutelare il territorio, visto che molti di questi randagi si presentano in condizioni di salute precarie; nel caso dei gatti, ad esempio, il frequente sviluppo di colonie numerose.

Perché concentrarsi su questa problematica? Perché, tra i tanti disagi, la presenza di questi animali  poteva infastidire qualcuno. Questo “qualcuno” avrebbe agito a modo suo, magari in modo non consono.

Il Fenomeno

Da circa due mesi, Battipaglia è lo scenario di un vero è proprio sterminio. Ogni giorno vengono segnalati corpi di gatti morti, spesso ancora agonizzanti, per avvelenamento.

Il fenomeno è iniziato nei luoghi frequentati da cani padronali, vittime a loro volta di somministrazione di veleno attraverso esche, ingerito (perlopiù, bocconcini di carne), o aspirato dal suolo.

Da lì, il “killer” – si pensa anche ad un gruppo – ha allargato il suo raggio d’azione disseminando le esche in tutta la città. Ha agito nelle zone con scarsa illuminazione o non troppo trafficate come via Fiorignano, Parco Monterosa, via Parini. Sono state rinvenute esche anche in via Pasubio e Via Pastore.

Nelle ultime settimane i corpi senza vita di gatti e cani ritrovati sono a decine. L’individuo, o il gruppo, agirebbe indisturbato di notte o durante le prime ore del mattino.

Le reazioni

Le prime reazioni sono arrivate dai cittadini.

A partire da regolari denunce alle autorità competenti e alle associazioni in difesa degli animali, alcuni si sono organizzati con ronde notturne nei luoghi più colpiti: in auto o a piedi, in gruppo o singoli; video, foto, segnalazioni di questo o quel colore di giubbino; l’auto scura; gli inseguimenti.

Richiesta protocollata Noi Tutti Liberi e Partecipi, Battipaglia

Una vera è propria caccia che attira anche qualcuno che ha diversi fini, contrastando i volontari interessati a scoprire chi si nasconde dietro questa mattanza.

Ha chiesto di intervenire a fermare gli avvelenamenti anche l’associazione Noi Tutti Liberi e Partecipi, con la voce della dottoressa Patrizia La Rotonda, protocollando regolare richiesta di intervento al sindaco, alla Polizia Municipale e a tutti gli enti di tutela igiene e ambiente del comune di Battipaglia.

Come specificato nella nota, anche il semplice ritrovamento di esche contaminate su un territorio, rientra in uno stato di emergenza sanitaria; in questo caso, sindaco e autorità devono intervenire a stanare il fenomeno secondo le leggi esistenti in materia.

 

Il sindaco Cecilia Francese, Battipaglia

E proprio in questi giorni, con un comunicato stampa, il sindaco Cecilia Francese ha dichiarato che Comune e Polizia Municipale stanno collaborando già da diverso tempo e sono sulle tracce della persona responsabile della strage. Spiega ai cittadini che il “silenzio” era dovuto all’obbligo del riservo che richiede un’indagine. Inoltre, informa la cittadinanza di essere vicini, ente e autorità, alla risoluzione.

 

La taglia, DPA onlus

La taglia di 1000,00 Euro

È scesa in campo anche la Difesa Protezione Animali Onlus, promettendo una taglia di 1000,00 Euro a chi fornirà informazioni utili al ritrovamento del responsabile.

L’istituzione di una taglia, però, ha messo in moto i soliti personaggi interessati più alla ricompensa che allo scopo della ricerca.

Non sappiamo di preciso che tipo di azioni abbiano compiuto, ma da come di può leggere dalla nota, qui sotto, postata sui social network da parte della DPA onlus, non è difficile immaginare cosa stia avvenendo parallelamente alle indagini effettuate da autorità, associazioni e privati cittadini.

Il post della DPA onlus

Di animali morti sul ciglio della strada ne vediamo quasi tutti i giorni. Se per la rimozione delle loro carcasse il cittadino alza il telefono per avvertire le autorità, impugnando il diritto ad avere una città pulita, la presenza di più animali morti dovrebbe essere vista come un rischio al fattore igienico-sanitario in una città che già fa i conti con il sofferto smaltimento di rifiuti.

Quindi, ritornando al ragionamento verticale, probabilmente il problema ha una sua importanza, no? Quindi, va risolto.

 

Resta solo un’altra domanda: che fine hanno fatto i corpi dei randagi avvelenati?

Jessica Moscato

 

Leggi anche: Battipaglia, abbandono animali: non c’è sostegno da parte delle autorità, a chi rivolgersi?

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