Battipaglia, Tusciano: il fiume dimenticato

Invisibile ma non trasparente, scorre nell’indifferenza delle terre che attraversa, secco, inquinato.

Il fiume Tusciano c’è ma nessuno lo vede.

Almeno finché non precipitano piogge torrenziali che ingrossano le acque e minacciano inondazioni “fastidiose”. O, finché non arriva ottobre, il periodo di raccolta delle olive, quando i frantoi riprendono a lavorare e a produrre olio e il Tusciano diventa un canale di scolo perfetto per liberarsi degli scarti di produzione.

Noi de L’Angolo di Phil vi abbiamo già raccontato la piaga delle acque nere del fiume Tusciano con il servizio andato in onda il 30 novembre del 2018 – Battipaglia, inquinamento Tusciano: cinque anni di denunce inascolatate (VIDEO)– con i documenti e le denunce fatte dall’Associazione Noi Tutti Liberi e Partecipi, nella persona dell’avvocato Luciano Ceriello, che dal 2014 mostra alle autorità che si direbbero competenti, lo stupro che subisce questo fiume.

Quest’anno, la campagna delle olive è stata molto proficua, sia per le grandi aziende che per i privati, oltre che per gli oleifici.

Tuttavia, le pessime condizioni meteorologiche del mese di novembre hanno causato ritardi nella raccolta delle olive, nella consegna presso i frantoi e nei lavori di trasformazione in olio, ritardando e aumentando, di conseguenza, gli sversamenti viscosi e tossici nelle acque.

Sversamenti che avvengono nelle ore notturne, la cui contaminazione è visibile solo nelle prime ore del mattino, fino a quando gli scarti raggiungono il mare.

Inutile domandarselo. Tra responsabili diretti e indiretti, il fiume Tusciano è abbandonato, dimenticato. Quel che gli resta per attirare l’attenzione e tingersi di nero o aspettare piogge senza fine.

Solo perché non si può dare fuoco all’acqua.

Jessica Moscato

CHE DICI?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *