Eboli si è schierata compatta contro la costruzione della nuova bretella tra la A2 e Agropoli (come vi abbiamo raccontato QUI). Una posizione a sostegno della quale, con il tempo, stanno emergendo diverse motivazioni e, sulla scorta delle quali, si rischia un confronto, o meglio uno scontro, tra territori, dove da entrambe le parti si penseranno di avere ragione.
Sabato 28 gennaio è previsto un consiglio comunale monotematico, dal quale ci si aspetta una presa di posizione chiara contro la realizzazione dell’opera e la definizione delle azioni da mettere in campo per scongiurarne la realizzazione. Una sfida che si prospetta estremamente difficile, considerando lo stato avanzato del progetto, gli accordi già firmati, i fondi bloccati e soprattutto l’attesa di quest’opera da parte delle aree interne della nostra provincia.
Manca nel dibattito cittadino proprio quest’ultimo elemento importante e centrale: riconoscere che i territori del Cilento necessitano di una mobilità nuova e moderna. È possibile che questo diritto venga adesso improvvisamente riconosciuto grazie al crescente ruolo che quest’area geografica ha nel turismo. Ma avere delle infrastrutture stradali adeguate è un’esigenza per lo sviluppo sociale ed economico di qualsiasi comunità e un diritto di chi vi abita. Solo riconoscendo questa necessità sarà possibile lavorare insieme a una soluzione.
GLI SCENARI – Ad oggi ci sono tre scenari possibili, per la “Questione Bretella”. Nel primo Eboli prova ad opporsi in tutti i modi alla sua realizzazione. L’opera viene realizzata, ma il comune riesce a massimizzare i ristori. Una logica che favorisce l’irrilevanza del nostro territorio e non ha nessuna visione di futuro.
Nel secondo scenario Eboli riesce a fare sistema con altri comuni della Piana del Sele contrari all’opera. Si va in questo caso allo scontro tra questo blocco di amministrazioni e quello di chi appoggia l’opera. Qualunque sia l’esito l’unico effetto reale sarà quello di dividere e penalizzare ulteriormente il territorio.
Il terzo scenario è quello più auspicabile, anche perché rappresenterebbe un enorme cambio di passo rispetto al passato. Eboli riconosce che l’opera nasce da una necessità reale e che merita di essere risolta con urgenza. Si fa promotore di un dialogo che coinvolga tutti i comuni della provincia, soprattutto quelli del Cilento, riconoscendo che la viabilità attuale necessita di essere ripensata completamente in modo da garantire lo sviluppo di tutte le comunità coinvolte.
Cosa si potrebbe ottenere con quest’ultimo scenario? L’inizio di una coesione territoriale che sarebbe il vero punto di svolta per le nostre comunità. Un tavolo unitario che punterebbe a risolvere il problema di chi dalla nostra provincia deve raggiungere Salerno o il resto d’Italia, di chi lavora nella Piana del Sele e deve essere competitivo, di chi si sposta per vedere le bellezze del nostro territorio e di chi su questo territorio ci vive e vuole viaggiare in sicurezza. È possibile fare tutto questo migliorando o potenziando la viabilità esistente, e senza costruire un’opera con impatti enormi sul territorio e sulle sue comunità? Dimostriamolo e decidiamolo insieme.
C’è un ultimo punto di riflessione, che è bene sollevare anche se di scarso appeal. Sarebbe importante fare un’analisi della storia recente e riconoscere che tra le cause della situazione attuale ci sono anche scelte sbagliate o mancate della nostra città. Non per trovare dei colpevoli o dare dei demeriti a qualcuno, ma per assumersi delle responsabilità laddove ce ne siano. Dare inizio a qualcosa di nuovo e affrontare una sfida così grande richiede la capacità di essere oggettivi e di analizzare in maniera seria la realtà. Altrimenti si rischia di non essere credibili, e di ripetere le logiche e gli errori del passato. Si può cambiare strada solo sapendo da dove si arriva.
E secondo voi, qual è lo scenario più plausibile e che la città di Eboli dovrebbe seguire?
A cura di Michele Mondelli