Drazen Brncic – Andrea Pirlo, la ‘Merda d’artista’ di Galliani

Di affari a perdere con il Milan (e non solo), l’Inter ne ha fatti in questi anni. Ma, nel mercato estivo 2015 i neroazzurri sembrano aver dato un’inversione di marcia al trend degli ultimi anni, pagando moneta e portando ad Appiano Gentile dei cammelli come il giovane e promettente centrale colombiano Murillo, l’esperto difensore dell’Atletico Madrid Joao Miranda, il gioiellino francese Goeffry Kondogbia e in ultimo potrebbe arrivare un altro centrocampista francese, Imbula. Oltre ad aver rinnovato i contratti di Handanovic ed Icardi.

Affari e nomi che hanno riscaldato l’ambiente neroazzurro come da tempo non succedeva, visto che in passato si è stati capaci di acquisti incomprensibili ed ingiustificati.

Non volendo soffermarci su un, anche seppur leggendario, Carini – Cannavaro, l’Inter è stata capace di cedere Andrea Pirlo al Milan in cambio di un calciatore che tutti sicuramente ricorderete dato il suo segno indelebile lasciato nel mondo neroazzurro: Drazen Brncic.

L’operazione nell’estate del 2001 fece arrivare a Milanello un giovane di belle speranze e alla Pinetina un 30enne difensore croato, sceso in campo quattro volte in tutto (una in campionato) con la maglia del Diavolo. Pirlo era stata la colonna dell’Under 21 di Marco Tardelli, ma con lo stesso allenatore non aveva trovato spazio all’Inter. Il Milan azzardò: 35 miliardi di lire più Brnčić per prendere il 22enne bresciano.

Brncic era arrivato in rossonero a 29 anni compiuti e con un curriculum fatto di tre anni in Belgio allo Charleroi, un ultimo posto in Serie B con la Cremonese e un altro anno nella serie cadetta con il Monza. Proprio quest’ultima esperienza, 37 presenze e 9 gol, gli apre le porte del Milan per la gioia di Galliani convinto di essersi assicurato un talento: Se i numeri che ha tirato fuori Brncic li avesse fatti, faccio un nome, Rivaldo, chissà che titoloni a nove colonne si sarebbero visti sui giornali. Invece li fa Brncic, che ha un grosso difetto: è costato soltanto due miliardi. La gente, se uno non costa almeno settanta, non ci fa caso. É stato voluto fortemente da me”.

La carriera rossonera di Brncic si ferma a 1 presenza in campionato e 3 in coppa italia, con il prestito a gennaio al Vicenza, dove collezionerà solo 4 presenze. E quindi, dopo un’annata indimenticabile per Galliani e il suo talento croato, le porte del fallimento di un affare proclamato come leggendario, erano più che aperte.

Ma, dietro l’angolo, compare una società con idee sane e gran voglia di riscatto. E così, nell’estate del 2001, l’Inter accetta il trasferimento del suo giovane Andrea Pirlo in rossonero in cambio di circa 35 miliardi e il cartellino del croato che Galliani fa valere nell’operazione ben 5 miliardi, ovvero più del doppio di quanto era stato pagato, per giunta dopo aver disputato una stagione a dir poco ridicola e con l’età che continuava ad avanzare.

Grazie a questo affare il Milan non solo prese un giocatore che oggi tutto il mondo ci invidia e ha fatto la storia della società rossonera, ma grazie alla plusvalenza del cartellino del buon Drazen, il club di Berlusconi incassò 9,6 milioni di euro che risanarono di oltre il 30% le casse rossonere, salvando il  bilancio rossonero.

E il buon Drazen Brncic in neroazzurro? Beh, non giocò neanche una partita e a gennaio fu dato in prestito in Serie B all’Ancona dove giocò solo due partite. L’anno dopo fu ceduto al Venezia in prestito e nella stagione seguente, rimasto senza contratto sostenne un provino col Vitesse in Olanda senza successo, per poi accettare l’offerta del MVV Maastricht in Eerste Divisie (serie b olandese).

Il buon Galliani, in questa incredibile trattativa di mercato, come fece Piero Manzoni inscatolando le sue feci e vendendole per 30g. d’oro, riuscì a inscatolare un bel calciatore tutta ignoranza e cattiveria preso dalla bassa serie B per rivenderlo al doppio senza farlo giocare e che per il Milan fino a quel momento era stato un affare davvero di ‘merda’. Credo che sulla carta fosse più facile vendere ‘Merda d’artista’ per Manzoni che portare a termine un mercato del genere.

Chapeau a Galliani e l’ennesima scatoletta di ‘Merda’ conservata dall’Inter (che probabilmente, negli anni, ha completato la collezione).

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