Eboli, epilogo vicenda alloggi ERP: morosi, sfratti, rinvii e lavori che non si faranno

Dopo avervi raccontato negli scorsi mesi tutta la vicenda degli alloggi ERP di Eboli, quest’oggi riassumiamo il quadro generale della storia spiegando perchè, purtroppo, tutto resterà così com’è.

Un cane che si morde la coda. Con questa scena simbolica è possibile riassumere l’attuale stallo che interessa la vicenda degli alloggi ERP di Eboli.

LE RICHIESTE – In uno dei condomini di via Sacro Cuore 2, undici famiglie da circa cinque anni affrontano quotidianamente condizioni di vita disagiate. I condomini hanno più volte chiesto interventi di manutenzione per rimettere in sesto l’edificio ma dallo scorso giugno ad oggi non è stato ancora compiuto nessun intervento.

In un primo momento il Comune, proprietario dell’edificio, sembrava aver acconsentito alle richieste dei condomini definendo la prima settimana di agosto come data di inizio dei lavori.

I problemi, portati all’attenzione pubblica da Mafalda Bottone e la signora Cinzia Corrado, venuta poi a mancare pochi mesi dopo, erano dovuti alla rottura dell’ascensore e la mancanza di guaina sul tetto che aveva provocato umidità praticamente in tutto l’edificio costringendo i residenti a vivere in condizioni per nulla ottimali.

RINVII SU RINVII – Parallelamente, nel rione Pescara, i residenti rappresentati dal presidente del Comitato per la Salute Pubblica del Cittadino Rosa Adelizzi, svolgevano una prima riunione con il sindaco di Eboli Massimo Cariello, l’assessore alla manutenzione Ennio Ginetti e il vicesindaco Cosimo Pio Di Benedetto. In questa riunione si discusse dei progetti per migliorare il quartiere, ormai nel degrado, con la promessa di riaggiornarsi nei primi mesi dell’autunno per valutare le migliorie nel corso del tempo.

Questa piccola digressione è doverosa, perché alla seconda riunione si presenteranno anche i residenti degli alloggi ERP e dal confronto con l’amministrazione emergeranno i veri motivi dell’intervento di manutenzione richiesto e mai avvenuto. Era giugno e da allora dopo tante ipotesi, rinvii, schede madre di ascensori che non si trovavano, tentavi di intervento, cifre con preventivi dei lavori (17mila euro tra guaina ed ascensore ) e impossibilità di far partire i lavori perché “ad agosto non si lavora”, inevitabilmente le strade dei residenti del rione Pescara e dei condomini degli alloggi ERP sono confluite nella stessa riunione in programma nei primi mesi dell’autunno.

Dalla discussione è emerso un forte momento di stallo perché da una parte il Comune prendeva tempo sui lavori invece di spiegare subito i motivi per cui non avrebbe accettato le richieste di intervento, dall’altra i residenti che chiedevano l’opera di manutenzione straordinaria non avevano i propri ‘conti in regola’.

MOROSI –Infatti, durante l’ultima riunione è saltato fuori che i lavori di ‘manutenzione straordinaria’ richiesti dai residenti non possono essere svolti perché molti all’interno dell’edificio sono indietro con i pagamenti dei tributi comunali e di conseguenza l’Ente non svolge lavori ‘extra’ per chi non paga neanche l’ordinario. Decisione giusta su questo fronte ma che mette in difficoltà gli altri condomini onesti che pagano regolarmente.

SFRATTI – Dall’altra parte, però, il Comune avrebbe la possibilità di sfrattare chi non paga in modo da non tenere case occupate da persone che non contribuiscono all’economia della città, così da poter svolgere i lavori di cui necessita lo stabile una volta allontanati i morosi.

L’Ente, però, di sfrattare queste persone non ci pensa neanche e a noi, oltre a poter fare delle ipotesi (umanità, conoscenza, alibi), non è dato sapere il vero motivo di questa scelta. Stesso discorso per i morosi, che potrebbero essere intimati al pagamento sia dai vicini di casa sia dallo stesso Ente, così da non dover condizionare anche la vita di chi paga regolarmente i tributi.

Da un parte non si paga, dall’altra non si sfratta e in mezzo dei lavori che a questo punto non verranno mai svolti. La storia degli alloggi ERP, per ora, finisce come un cane che si morde la coda.

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