Le politiche giovanili continuano ad essere un mistero. L’assessore Maratea insiste sul bisogno di una cultura giovanile che parta dalla movida.
Ma se la soluzione al disagio giovanile, sempre presente sul territorio, fosse la movida, allora oggi non ci sarebbero problemi. Il problema invece è radicato.
Parlando davvero con i giovani del territorio, quello che manca é un luogo dove sentirsi liberi di comunicare, dove poter pensare a una città che risponda alle loro esigenze, dover poter creare e far nascere una coscienza collettiva, critica e che rompa i coglioni.
Basterebbe, per dire, rendere accessibile a tutti il Teatro Comunale, o rendere effettivo il progetto presentato per la riqualificazione del C2O.
Oppure, meglio ancora, avere un forum dei giovani funzionale, che non si limiti a feste e festicciole ma che faccia da raccoglitore per chi, da giovane o meno giovane, questo territorio lo vuole vivere.
Si rischia invece di lasciare i ragazzi senza una meta. Alla ricerca costante di adrenalina, senza poter conoscere l’altro, cacciare fuori quello che si ha dentro e sentirsi capaci di pensare un futuro attivo in questo paese.
Senza poter creare legami.
La “movida”, per quanto importante, non può essere l’unica risposta culturale alle richieste dei ragazzi e delle ragazze. Troppo facile. I giovani, per questa città, sono un problema. Perché chiedono attenzioni, hanno pretese, non si accontentano e se presi alla leggere, cercano sfogo in altro, in tutto quello che non dà futuro.
A cura di XD390