Se il 9 luglio è una data che nelle mente degli italiani rievoca le ultime gesta mondiali della nazionale di calcio, nella mente degli ebolitani e dei residente del rione Pescara rievoca il primo giorno di vita del “Parco della legalità”, inaugurato nell’estate 2014 ad Eboli, presso l’area sportiva del quartiere, precisamente in via D’Anisi – Cesareo dall’allora sindaco Martino Melchionda.
Uno spazio verde, con giochi che furono realizzati in materiale e prodotti ricliclati dai bambini e dai ragazzi, protagonisti del laboratorio formativo “In gioco per la legalità”. Di tutto il lavoro fatto, oggi non è possibile ammirare nulla perché cancello, lucchetto ed erba incolta ad altezza uomo impediscono a chiunque di entrare nel parco. Non è chiaro il motivo per cui l’area sia stata chiusa, c’è chi parla di “scelta drastica per evitare atti vandalici” (insomma la legalità che si arrende all’illegalità?), ma in una città che non dispone neanche di una villa comunale un parco di queste dimensioni e con così tanto verde ed attrezzature per far giocare i bambini sarebbe una manna dal cielo, sia per un quartiere che vive da sempre di pregiudizi sia per la città stessa che avrebbe un punto di riferimento dove unire giochi, animali da portare a spasso e aria pulita (insomma), tutto raccolto in un solo luogo di aggregazione.
Eppure, sembra che non ci si sia dimenticati totalmente del “Parco Giochi della Legalità”, dato che le luci vengono sistematicamente accese ogni giorno, anche quando vi è la luce del sole, nonostante nessuno possa usufruire dello spazio verde…
“Ciò dimostra che pratiche di questo tipo possono essere una valida opportunità di recupero, valorizzazione e di sviluppo, anche di quelle aree poste nella periferia della nostra città – dichiarava all’inaugurazione l’ex sindaco Melchionda – Esso potrà diventare un luogo di aggregazione, oltre che simbolo di legalità e di giustizia”
Tutti questi buoni propositi, purtroppo, nel giro di pochi anni sono venuti meno ed ora il parco è diventato un esempio di spreco non solo di denaro pubblico (data l’illuminazione pubblica che viene attivata nonostante la sua inutilità) ma anche di come un progetto creato per i cittadini e per essere un esempio di valorizzazione per le periferie, si sia tramutato nell’ennesimo fallimento che non fa altro che scoraggiare i residenti che ancora sperano di veder risorgere un quartiere su cui troppo spesso aleggiano pregiudizi senza tener conto di cosa potrebbe offrire alla città.
Filippo Folliero