Il Comitato “Togliamoci l’amianto dalla testa” di Eboli si trova ancora una volta a dover segnalare un’emergenza sanità ed ambiente in merito allo stabilimento ex Apoff o opificio industriale Mellone, ubicato in località Tavernanova.
Qui sono presenti circa 15mila metri quadri di eternit in stato di frantumazione, il processo in cui è più alto il danno per l’uomo e il rischio di contrarre tumori, amianto che si trova a pochi passi da campi dedicati all’agricoltura con prodotti di eccellenza della Piana del Sele che vengono esportati in tutto il mondo.
Il comitato porta avanti da anni questa battaglia contro l’ANBSC (Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata), precisamente dal 2013 e dopo denunce, richieste di sollecitazione ed interventi in consiglio comunale si arriva a febbraio 2019 quando viene annunciato che l’immobile verrà finalmente bonificato con l’inizio dei lavori di rimozione dell’amianto.
Ma, c’è sempre un ma. Infatti, dopo l’annuncio, nessun lavoro è iniziato con la ditta appaltatrice che si è giustificata sostenendo che l’anticipo del 20% sull’importo totale dei lavori, previsto nel contratto, non è stato pagato:
“E’ come nel gioco dell’oca, siamo tornati al punto di partenza dopo tanti proclami. E’ apparso qualche operario ma poi tutto si è fermato, giustamente non possono lavorare gratis – spiegano i membri del comitato – ora Prefettura, Tribunale, ANBSC e il Sindaco di Eboli non possono restare a guardare. Dimostrino di avere a cuore i cittadini”
La silente quanto mortale bomba ecologica dimora ancora lì… un acconto del 20% è più prezioso delle vite umane?
Filippo Folliero