Tante sono le ombre che aleggiano sulla vicenda dell’ex Foro Boario di Eboli.
Un tempo punto focale dell’economia eburina, oggi ridotto ad una distesa incolta ricca di strutture abbandonate e di coperture in amianto. La confusione che regna intorno al destino di queste bene, che sembra essere diventato un peso per chiunque dopo anni e anni di lustro, rende impotente anche l’azione dell’amministrazione comunale di Eboli che ha più volte sollecitato l’ APA (Associazione provinciale allevatori, proprietaria dell’ex foro boario) a prendere provvedimenti ed intervenire in merito al recupero dell’area e nel poter procedere alla bonifica dall’eternit. Nel tempo, si sono succedute scadenze e date che avrebbero portato a soluzione definitive, ultima quella del 29 giugno scorso in cui sarebbe dovuta esserci la ‘liquidazione’ della società APA, rea di non essere più in grado di coprire i costi che portava con sé avere a carico un bene di quella portata e, da qui, sarebbe scaturita la decisione di liquidare la società e cercare nuovi proprietari (che siano privati, l’ARAC o lo stesso comune di Eboli).
Purtroppo nessuna decisione in merito è ancora arrivata, ma quali sono i motivi di questi continui ritardi? Secondo il presidente dell’APA, Giuseppe Morese, la soluzione di liquidare la società degli allevatori è l’unica valida per salvare il bene, ma alcuni soci non sembrano essere d’accordo e avrebbero ‘rallentato’ le pratiche burocratiche da espletare, votando a sfavore nella richiesta di un Commissario Liquidatore che potesse avviare tutte le procedure necessarie per la liquidazione:
“Purtroppo l’associazione non ha più fondi e soci come un tempo e, le associazioni provinciali in seguito a queste difficoltà verranno inglobate da quelle regionali. Ci sono state resistenze interne da parte di alcuni soci, facendo un ostruzionismo fine a se stesso e – racconta Morese – dato che alcuni di noi sono iscritti a Coldiretti, come il sottoscritto ed altri a Confagricoltura, credo che questo abbia influito portando a galla vecchie ruggini tra i sindacati agricoli di appartenenza. La realtà, ad oggi, è che non abbiamo più disponibilità economica per andare avanti e la soluzione migliore, come la maggioranza ha deciso il 29 in Consiglio Direttivo, è chiedere la liquidazione del patrimonio. Stiamo preparando le carte da inviare al tribunale di Salerno per richiedere la nomina di un Commissario Liquidatore, ci vorrà ancora qualche mese”.
Uno dei soci ostruzionisti, o presunti è Gioacchino Majone, che ha difeso così la sua posizione: “Avevo proposto di recuperare l’area perché è una zona che ha fatto la storia di Eboli e della Piana del Sele. Nelle prime settimane di giugno era stato convocato un consiglio dove fu deliberato all’unanimità di convocare le assemblee e fare il bilancio poi, una decina di giorni dopo, il presidente ha cambiato idea abolendo un percorso che era stato già deciso. Dovrebbe essere lui a spiegare perché ha abolito una delibera votata da tutti. Liquidare un bene è la cosa più brutta, una sconfitta”.
In tutto ciò, il comune di Eboli, che ha sollecitato più volte l’APA, resta ancora in attesa di sapere se alla fine il Consorzio verrà accorpato nell’ARAC (Associazione Regionale Allevatori Campania), come è stato per le altre associazioni provinciali, o ci sarà la possibilità di prenderne la proprietà avviando, come annunciato dalla stessa amministrazione, un project financing che possa portare alla realizzazione di una piscina comunale che andrebbe ad arricchire ancora di più l’area degli impianti sportivi.
Filippo Folliero