Il fiume Sele continua a soffrire.
Nonostante l’attenzione sul problema sia stata posta anche dal presidente dell’Ente Riserva Naturale Foce Sele e Tanagro, Antonio Briscione, provvedimenti per fronteggiare l’avanzata della pianta acquatica, la Lemna Minor (lenticchia d’acqua), sembra non ne siano ancora stati presi. Né alga, né melma, questa pianta si riproduce molto velocemente in condizioni di scarsità d’acqua e di correnti, proliferando ancor più velocemente laddove trova abbondanza di sostanze organiche.
“La grave carenza idrica, unita alla presenza in acqua di nitrati derivanti da sversamenti illeciti di reflui di origine zootecnica e da scarichi civili, favorisce l’amplificarsi di una situazione di sofferenza dell’ecosistema che, reagendo in autodifesa, consegna allo sguardo l’attuale scenario della Foce del fiume Sele”, scrive Briscione.
Il fiume, dunque, non fa altro che difendersi dall’ennesimo attaccato dell’uomo nei confronti dell’ambiente, nonostante negli ultimi 6 mesi siano stati ben 36 gli allevamenti sequestrati per smaltimento illecito di rifiuti grazie all’impegno delle guardie volontarie in stretta collaborazione con i Carabinieri forestali e con la Guardia di finanza. Purtroppo però gli scarichi continuano e la fotografia che arriva da Foce Sele è quella di una zona dove sta diventando impossibile la pesca e difficile la navigazione.
Chi meglio di tutti può constatare questo disagio, è il signor Bartolomeo Gallo, che dal 1998 è gestore e custode del ‘Molo Nautico Foce Sele’: “Il problema alla base è che qui non viene svolto neanche il lavoro ordinario, figuriamoci quello straordinario. Nonostante l’impegno profuso dal dott. Briscione ancora nulla si è mosso. Intanto in acqua viene scaricato di tutto”. Bartolomeo percorre quotidianamente il corso d’acqua e, in più di un’occasione, è stato costretto ad assistere a scarichi abusivi di ogni tipologia di rifiuti: “Sfido i sindaci di Capaccio Paestum, di Eboli e chiunque abbia competenze in materia a venire qui settimana prossima per incontrarci e parlare pubblicamente di questo enorme problema che rischia di diventare un disastro sia per chi vive e lavora grazie al fiume sia per l’ambiente”, chiosa Gallo.
Infatti, con l’arrivo delle prime piogge c’è l’altissimo rischio che tutto vada a riversarsi in mare. Paradossale che il tutto avvenga in comuni che spesso si rendono protagonisti con iniziative legate alla tutela e alla salvaguardia dell’ambiente.
Filippo Folliero