Non tutti sanno che la prima maglia della Nazionale di calcio italiana era totalmente bianca e questo perchè costava 7 centesimi in meno rispetto ad una maglia colorata e non tutti sanno che quel 15 maggio 1910 in un amichevole contro la Francia giocata all’Arena di Milano, il primo uomo ad indossare la fascia di capitano degli azzurri (che allora ancora non si chiamavano così), fu un siciliano di Riposto (provincia di Catania): Francesco Calì.
STORIA – Calì nacque nel 1882 in una famiglia che aveva nel commercio di vini l’attività che sfamava il nucleo familiare. Dopo un assalto di pirati (davvero non vi sto prendendo in giro) il padre decise di trasferirsi e con tutta la sua famiglia emigrò in Svizzera a caccia di fortuna. Nel paese alpino Franz, come venne soprannominato, iniziò a giocare a calcio in date che i documenti storici non riportano chiaramente ma mosse i suoi primi passi nella Fortuna Zurigo e in seguito nell’Fc Urania Genève. Finchè, il padre decise di tornare in patria per continuare l’attività di commerciante di vini nel 1901 e Calì fu tesserato dal Genoa (allora campione in carica) insieme al fratello Salvatore.
Dopo un anno al Genoa, passò all’Andrea Doria dove rimase dal 1902 al 1912. In questi anni nasce anche la Nazionale di calcio italiana che fa la sua prima apparizione in un amichevole contro la Francia del 1910 e Calì fu scelto come capitano nella sublime vittoria per 6-2 a danno dei transalpini (inutile elencarvi gli undici titolari tanto nessuno, compreso me, sa chi sono).
La Gazzetta dello Sport, scrive della partita a pagina 5: “Calì fece dar ragione a coloro che insistettero per averlo in linea …”. E aggiunge: “Calì ieri si è confermato per calma, sicurezza e per la perfezione del giuoco il più degno a coprire il posto di capitano del nostro undici nazionale… “.
Anche in occasione della seconda partita, il 26 maggio 1910 contro l’Ungheria, fu scelto come capitano azzurro. L’esito fu ben diverso, sconfitta per 6-1.
ARBITRO, PRESIDENTE & ALLENATORE – Dal 1912 (anno del suo ritiro) al 1921, allenò la Nazionale in sei periodi differenti.
Calì si “inventò” anche come arbitro, perchè in quegli anni non era la federazione a scegliere i direttori di gara ma venivano designati dalle società di appartenenza. E così nel 1902 Calì arbitro la sua prima partita, un Milan-Juventus valido per la “Coppa Città di Torino” che allora era considerata molto importante. La partita, terminata 3-3 nei tempi regolamentari, fu fatta proseguire ad oltranza da Calì finchè qualcuno non segnava, causando il ritiro della compagine rossonera e facendo aggiudicare la vittoria ai torinesi. Per tale ragione qualcuno sostiene che Calì avesse inventato senza saperlo il “Golden Gol”
Nel 1944 è nominato presidente dell’Andrea Doria, che due anni dopo si unirà agli antichi rivali della Sampierdarenese per formare l’attuale Sampdoria.
Morì nel 1949, nella ormai “sua” Genova. Il Comune gli ha intitolato una via nei pressi dello Stadio Luigi Ferraris in adiacenza alla Gradinata Sud, settore tradizionalmente occupato dai tifosi della Sampdoria
GUERRA & CARTOLINE – Viene chiamato alle armi durante la 1° guerra mondiale, rimanendo ferito. Ristabilitosi, nel 1918, viene nominato responsabile del carcere militare allestito nel Forte Sperone, sulle alture di Genova, nel quale vengono rinchiusi prigionieri di etnia croata e serba.
Al termine della guerra, dopo aver lasciato il mondo del calcio, diventa editore di cartoline.
Un personaggio unico nel suo genere, appartenente ad un calcio che oggi sembra lontano un secolo (ed infatti lo è), ma è bene sapere che prima dei vari Buffon, Cannavaro, Maldini, Zoff; vi era un solo capitano: Francesco ‘Franz’ Calì.