Gp Malesia: “Numero 1, Top Class, Ferrari is back”, si intravede l’orizzonte rosso

Lo sport sa sempre come stupire e rendere piccoli momenti delle grande gioie. Inaspettatamente questa volta è toccato alla Ferrari, ma soprattutto alla Formula uno. Già dopo qualche minuto dal termine della corsa, per strada, nei circoli, nei bar, si ritornano a sentire i commenti del dopo gara, cosa che non capitava da anni.

Esattamente sono due gli anni e precisamente trentaquattro le gare che hanno tenuto lontano la Ferrari dal gradino più alto del podio. Un weekend perfetto durante il quale si sono superati tutti i ragionevoli pronostici. In Malesia nel circuito della capitale Kuala Lumpur è di scena il secondo atto di questo mondiale, che sembra cambiarne i connotati. Trai delusi sembra strano, ma figura la Mercedes, una sconfitta a tratti imbarazzante che non sta solo nei piloti, che sicuramente si sono cullati nel sentirsi imprendibili, ma soprattutto il team che si è mostrato nervoso e incapace di affrontare la sorpresa del giorno: avere un avversario. Cupo Hamilton che vede stretto il secondo posto, ma oggi forse nemmeno la migliore Mercedes di sempre avrebbe potuto nulla contro questa Ferrari. Terzo il compagno di squadra Rosberg, mai in gara e inghiottito dalla sbadataggine del suo team.

Una vittoria che sa di amara sconfitta quella di Fernando Alonso, che nonostante il suo caso misterioso con tutti i dubbi e paure ha condotto una gara di tutto rispetto portando una poco performante McLaren Honda in zona punti ma poi costretto al ritiro al ventunesimo giro per problemi sulla power-unit, lo stesso destino è toccato al compagno di squadra Janson Button pochi giri più tardi. Sul banco degli sconfitti figura anche la Williams, che con una prestazione tutt’altro che convincente piazza i suoi piloti, che si sono dati una bella battaglia nel finale al quinto e sesto posto, con Bottas che ha avuto ragione del compagno di squadra brasiliano Felipe Massa. Analoga gara hanno condotto le Redbull di Ricciardo (all’esordio e decimo all’arrivo) e Kyviat(9°) che non sono riuscite a competere nemmeno con la scuderia nata dalle sue costole: la Toro Rosso, che gli da il bel servito piazzando in avanti Verstappen(7°) e Sainz(8°).

Ma passiamo alla vera vincitrice di questa gara emozionante la Ferrari con l’immenso Vettel che ha inseguito questa vittoria con la voglia di un ragazzino che scalpita per sfondare, che ci ha creduto fino alla fine, che ha affrontato con precisione chirurgica ogni curva di ogni singolo giro con professionalità e grande talento. Ma soprattutto è una vittoria che appartiene alla scuderia, che ha creato una macchina competitiva con un gap che sembra veramente essersi ridotto di parecchio rispetto alle Mercedes, che sembra addirittura superata nella gestione del consumo delle gomme, ma soprattutto è una vittoria che vede il suo punto cruciale nella strategia, il freddo calcolo e anche un po’ di azzardo, che il box ferrarista ha messo in atto grazie alla semplice ma geniale mossa delle due soste. Ma poi c’è l’uomo che non ti aspetti: Kimi Raikkonen, bacchettato dal team principal Arrivabene per l’errore rimediato durante le qualifiche, che lo ha costrette alle retrovie sin dal via. Una sfortuna che sembra aumentare per Kimi, che già nei primi giri a causa di uno scontro con la Sauber di Nasr è costretto a guardare la gara dal fondo. Sembrava impossibile ma il finlandese a suon di sorpassi, alcuni spettacolari, con una condotta di gara impeccabile piazza la Ferrari al quarto posto, concludendo una giornata splendida.

È una vittoria che in ultima, ma non meno importante istanza, appartiene ai tifosi, ai colori italiani, ma soprattutto appartiene agli appassionati di questo sport che sa anche ancora stupire: sognare non è mai vietato… Vettel insegna.. Ferrari is back..

A cura di Cosimo Mirra

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