Durante la celebrazione della messa, la notte prima della domenica di Pasqua (quella ortodossa), è consuetudine in Grecia lanciare fuochi d’artificio, ma niente è tanto spettacolare quanto l’evento che si svolge a Vrontados, sull’isola di Chio.
Si chiama “Rouketopolemos”, letteralmente “guerra di razzi”, è la tradizionale manifestazione che si svolge ogni anno e che vede fronteggiarsi due gruppi di persone appartenenti a due parrocchie rivali, con migliaia di razzi artigianali che vengono sparati dai contendenti con l’obiettivo di colpire il campanile della chiesa avversaria.
Apparentemente potrebbe sembrare un qualcosa di stupido e dal poco senso logico ma scavando nella storia si scopre come questa sia una tradizione secolare.
Le due chiese rivali sono Agios Markos e Panagia Erithiani, costruite su due colline, a una distanza di circa 400 metri una dall’altra. I colpi arrivati a segno sono conteggiati il giorno successivo, per determinare il vincitore, ma non si raggiunge mai un verdetto condiviso, cosicché entrambe le parrocchie si impegnano a regolare i conti l’anno successivo, perpetuando la rivalità da secoli. Le abitazioni circostanti vengono protette da fogli e reti di metallo, anche se molti degli abitanti sarebbero favorevoli alla cessazione di questa stravagante ostilità, che però rappresenta una significativa fonte di reddito grazie ai numerosi turisti che si recano sul luogo solo per assistere alla battaglia.
Infatti, l’evento, è stato temporaneamente annullato nel 2016 a causa di reclami da parte dei residenti per danni alla proprietà, ma è stato ripristinato nel 2017, con limitazioni alla durata e al numero di razzi lanciati.
Non si sa per certo quando nacque la rivalità, ma sino al 1889 venivano usati addirittura dei cannoni per combattere, che vennero sequestrati dai Turchi Ottomani, dominatori dell’isola sino al 1912. Gli abitanti, costretti a trovare un’alternativa, usarono dei razzi fatti in casa, e da allora, ormai quasi un secolo e mezzo fa, la guerra dei razzi di Chio viene celebrata ogni anno.