Fin da bambini ci è sempre stato detto che leggere insegna a scrivere bene, perché apre la mente, implementa la nostra cultura.
E, in effetti, a supportare il senso comune vi sono innumerevoli studi scientifici che provano i benefici della lettura sulla mente umana. Attraverso la lettura di un libro ci immergiamo nella vita di un’altra persona e, a tutti gli effetti, vediamo il mondo con i suoi occhi.
Questo processo è ampiamente confermato da numerosi studi scientifici, in particolare uno studio realizzato dalla Emory University, riportato dal Guardian, si è concentrato sugli effetti cognitivi che sortisce la lettura su un gruppo eterogeneo di lettori. I risultati dello studio parlano chiaro: dopo la lettura, l’intelligenza emotiva dei soggetti risultava rafforzata, in grado, ad esempio, di “sentire” i movimenti dei personaggi nelle aree del proprio cervello deputate al movimento.
A migliorare è la capacità di scoprire e capire le emozioni delle altre persone: una competenza cruciale per riuscire a destreggiarsi bene all’interno di sistemi complessi di relazioni sociali. Lo stesso Umberto Eco nella sua raccolta di Saggi “Sei passeggiate nei boschi narrativi”, nella quale indaga il senso e l’importanza della lettura per lo sviluppo umano, dice: “passeggiare in un mondo narrativo ha la stessa funzione che riveste il gioco per un bambino”.
Bella metafora: leggere racconti significa fare un gioco attraverso il quale si impara a dar senso alla immensità delle cose. L’umano ha bisogno di evadere e rifugiarsi in un “mondo possibile”, diverso dalla nostra realtà quotidiana, trovando nella lettura il suo perfetto compimento. Anche nell’epoca digitale, quindi, la lettura è una delle più rapide ed efficaci forme di conoscenza di cui disponiamo.
Grazie alla lettura siamo messi a parte di un’infinita varietà di esistenze, luoghi, tempi diversi e possiamo ampliare il nostro orizzonte di conoscenza attraverso l’immedesimazione nelle vite altrui, comodamente seduti sul divano di casa.
Lo scrittore spagnolo Javier Marias dice appunto che ”L’uomo ha bisogno di conoscere il possibile oltre che il vero, le congetture e le ipotesi e i fallimenti oltre ai fatti , ciò che è stato tralasciato e ciò che sarebbe potuto essere oltre a quello che è stato”.
Silvana Volpe