Non c’è un solo tifoso neroazzurro che non ricordi a menadito o sia legato profondamente ai due anni di Josè Mourinho sulla panchina interista. Non c’è un solo tifoso che non ricordi gli anni di Roberto Mancini sulla panchina del club meneghino, con i suoi successi nazionali e fallimenti i europei.
Mancini ricostruì e diede identità ad una squadra che aveva avuto negli anni buoni talenti ma pessimi condottieri, Mourinho le diede lo sprint e la cattiveria decisiva per vincere tutto. Il Mancini di ieri è il Mazzarri di oggi, ma il Mourinho di domani? Qualcuno c’è, qualcuno che potrebbe riportare l’Inter al Top anche a livelli europei, un cuore neroazzurro: no, non stiamo parlando di Walterone Zenga, ma del ‘Cholo’ Simeone… andiamo per gradi.
MANCINI – Roberto, ereditò una squadra composta da importanti elementi: Zanetti, Martins, Adriano, Toldo, Vieri, Materazzi, Cordoba, Cruz. A questi col tempo si aggiunsero o avvicendarono Samuel, Cambiasso, Chivu, Figo, Ibrahimovic, Vieira, Maicon, Julio Cesar.
Premettendo che il ‘Mancio’ non è mai andato giù al sottoscritto, l’ex attaccante di Lazio e Samp, portò l’Inter a rivincere un trofeo nel 2005, dopo 7 anni dall’ultima vittoria in Coppa Uefa con Gigi Simoni. Con il successo in Coppa Italia, i neroazzurri ritrovano un pò di autostima persa nel corso degli anni e complice lo scandalo Calciopoli, torna anche a vincere il tricolore che mancava dal lontano 1989.
Svariate vittorie in Coppa Italia, un paio di SuperCoppe e dominio assoluto in Italia (record di punti in campionato). Ma all’Inter per essere completa mancava qualcosa: quella cattiveria matura e cosciente che solo personaggi esperti e carismatici possono trasmetterti, quella fame e quella voglia di dimostrare di essere il numero uno, e con tutto il rispetto, ‘Bobby-gol’ non lo ha mai dimostrato. Nonostante sia l’allenatore che ha vinto più scudetti con l’Inter, a mio modesto parere si è solo trovato al posto giusto al momento giusto, come ha dimostrato poi il proseguio della sua carriera.
MOURINHO – Mancava dunque quel salto di mentalità che avrebbe permesso all’Inter si superare la paura di vincere. Con le batoste di Valencia, Liverpool e dell’Euroderby col Milan, l’Inter vedeva come un miraggio la Champions. Dominatori in Italia, fuori sempre agli ottavi in Europa, tra risse, petardi e dimissioni di allenatori.
Proprio le annunciate dimissioni di Mancini, dopo l’eliminazione con il Liverpool del 20 febbraio 2008, aprirono le porte all’ex tecnico di Chelsea e Porto, Josè Muorinho. Per lui titoli nazionali vinti in Inghilterra e Portogallo, ma soprattutto vincitore della Champions League con i ‘Dragoes’, oltre alle svariate semifinali raggiunte con i ‘Blues’.
Il primo anno di Mou è simile a quelli manciniani, dominio in Italia, fuori agli ottavi in Europa. L’eliminazione col Manchester United però, fu la panacea di tutti i mali neroazzurri, stando alle parole di Mou a fine gara. Ammettiamolo, tutti dopo quelle parole e dopo anni di fallimenti europei mandammo a quel paese il portoghese: “Oggi abbiamo perso e siamo fuori. Questo è vero, ma questa sconfitta ha tolto ai miei ragazzi la paura di vincere, l’anno prossimo sarà un altra Inter.”
Il resto della storia la conosciamo tutti.
MAZZARRI – La situazione di Mazzarri può essere considerata analoga ma allo stesso tempo diversa da Mancini. Anche il tecnico toscano di San Vincenzo ha ereditato un gruppo di buone individualità, che negli ultimi tre anni hanno pascolato senza guida. Handanovic, Juan, Ranocchia, Jonathan, Nagatomo, Palacio, Alvarez, Guarin e le bandiere Zanetti, Samuel, Cambiasso e Milito. Molti di questi non sono neanche paragonabili ai nomi a disposizione di Mancini, ma con la giusta impronta data da Mazzarri, la squadra ha iniziato a farsi rispettare, dopo gli ultimi due anni passati ad essere umiliati da tutti, anche da un Novara di turno.
Se Mancio fu ‘aiutato’ da Calciopoli, Mazzarri sarà ‘aiutato’ da Erick Thohir, nuovo proprietario della squadra neroazzurra. La disponibilità economica del magnate indonesiano, potrebbe regalare al tecnico i rinforzi necessari per tornare subito in Europa. E sarà proprio lì che verranno fuori i limiti tecnico-tattici di Walter Mazzarri: un tecnico fantastico nel costruire e dare identità alle sue squadre, ma che manca (come il Mancio) di quel passo in più, di quello scatto vincente per raggiungere il Top, come ha dimostrato anche a Napoli.
‘EL CHOLO’ SIMEONE – Con l’Inter che tornerà a calcare i campi europei, avremmo bisogno di un allenatore che l’Europa la conosce bene, che non ha paura di vincere e che ha la giusta grinta, il giusto aplomb per gestire calciatori di un certo livello e situazioni difficili. E in questo momento chi meglio di Diego Pablo Simeone? L’attuale tecnico dell’Atletico Madrid, secondo nella Liga e in testa al suo girone di Champions League, ha dalla sua un curriculum di tutto rispetto dove troviamo due campionati argentini, una coppa del Re, una SuperCoppa Europea e un’Europa League.
Simeone che con l’Inter da giocatore ha vinto una Coppa Uefa nel 98′, è rimasto legato in modo verace all’ambiente neroazzurro (non come qualcuno che va predicando in giro per il mondo amore per l’Inter, ma fa del dio denaro il suo mentore), ambiente che ha lasciato solo a causa di un litigio con Ronaldo.
‘Cholito’, ha espresso più volte la sua voglia di allenare in Italia e in particolar modo all’Inter. In Italia abbiamo già potuto ammirarlo come allenatore, nella sua breve ma straordinaria esperienza a Catania. Straordinaria perchè è riuscito a portare alla salvezza un Catania in una situazione critica, e nonostante abbia esordito con due sconfitte riesce a salvare gli etnei con due giornate d’anticipo stabilendo il record di punti in Serie A dei siciliani fino a quel momento (46 punti).
Le doti da condottiero e da leadership sono state da sempre partner dell’indole dell’argentino, che anche in campo era un vero e proprio guerriero. Alla sua prima esperienza italiana sulla panchina rossoazzurra, era ancora un allenatore acerbo e nonostante ciò ha compiuto un miracolo per una realtà piccola come quella catanese.
Ora con titoli ed esperienza di livello europeo, sarebbe pronto a rilanciare nel calcio che conta una società come l’Inter. Il suo contratto con l’Atletico Madrid scade nel 2017, ma con i fondi di Thohir e la voglia di neroazzurro del Cholo, sono pronto a scommettere che Simeone tra qualche anno lo vedremo lì, su quella panchina a San Siro.
NB: *Leggi anche su CanaleInter