La sorprendente originalità di Alessandro Baricco si riconferma anche nel suo ultimo libro “Smith&Wesson”, a partire dalla scelta di articolare tutto il romanzo seguendo la struttura del testo teatrale, con tanto di didascalie che introducono ogni scena.
L’atto primo si apre in una baracca non lontano dalle cascate del Niagara, in cui vi è un uomo disteso su un letto e un altro che bussa alla porta.
L’uomo disteso sul letto si chiama Jerry Wesson ed è un pescatore.
Ma non di quelli che usano canne ed esche.
Wesson è un pescatore di morti: conosce a memoria il fiume e quando qualcuno decide di porre fine alla sua vita buttandosi giù dalle cascate, lui sa perfettamente dove andarlo a ripescare.
L’uomo che bussa alla porta è Tom Smith, inventore a tempo perso e meteorologo per professione.
Ma le sue previsioni non sono basate su dati scientifici.
Smith si serve della statistica e dei ricordi delle persone: va in giro per il mondo a chiedere alla gente che tempo faceva durante i giorni importanti della loro vita.
Già nei loro nomi e cognomi era scritto che sarebbero diventati una coppia, dei collaboratori.
Tom e Jerry, come il gatto e il topo della Warner Bros.
Smith e Wesson, come i due fondatori dell’omonima fabbrica di armi leggere.
Eppure i loro talenti sembrano non avere nulla a che fare l’uno con l’altro, sembrano inconciliabili…fin quando non arriva Rachel!
Rachel bussa alla porta delle loro esistenze con un bagaglio di appena 23 anni e un sogno che sente di dover realizzare urgentemente: fare la giornalista.
Per farlo ha bisogno di uno scoop, di qualcuno che conosca a memoria il fiume e di un inventore che magari sappia dirle anche che tempo farà il giorno in cui avverrà il “grande evento”.
Tutto il romanzo non è che una preparazione a quel “grande spettacolo”, a cui le cascate del Niagara faranno da teatro.
Pure non essendo mai descritte, esse sono presenti più che mai all’interno del racconto.
Si avverte lo scrosciare assordante delle loro acque, che a volte copre le voci dei personaggi costretti a gridare più forte, la loro vertiginosa altezza e la potenza delle correnti.
Da grande spettacolo della natura diventano scenografia in cui si svolge un altro grande spettacolo.
Ma non per questo Baricco le lascia sullo sfondo.
Esse sono un elemento attivo e principale all’interno della storia.
Diventano metafora di una sfida, di una scommessa in cui si vince tutto o niente.
Una sfida rischiosa ma indispensabile per chi vuole realizzare un sogno.
Smith&Wesson è un romanzo originale e sorprendente, che ci spinge a lanciarci dalla vetta altissima dei nostri sogni, anche quando la paura ci opprime come le pareti di una botte buia.
E’ la dimostrazione che ci sono volte in cui bisogna saltare, saltare e basta nonostante tutto, nonostante la paura.
Ci sono volte in cui non bisogna arrendersi perché, come dice Rachel, “se mi arrendo stavolta mi arrenderò tutta la vita”.
A cura di Miriam Santimone