Salerno, Fornelle: l’iniziativa “Muri d’autore” tra street art, poesia e il ricordo di Alfonso Gatto

Nella Salerno di questi giorni, ventosa, soleggiata, frettolosa e caotica, forte è ancora la presenza del poeta , del giornalista e dell’intellettuale Alfonso Gatto. Ne percepiamo la presenza passando per quel vicoletto vicino al Duomo, vicolo San Bonosio , dove ha sede la Fondazione Alfonso Gatto, nata nel 2011, dall’impulso degli eredi, in particolare del nipote Filippo Trotta che ne è Presidente, allo scopo di diffondere le sue opere letterarie e di mantenerne vivo il ricordo .

Ne percepiamo la presenza nell’intero quartiere Fornelle, quartiere natale del poeta, reso vivace e accogliente dalla mano di artisti locali ed internazionali che, nell’ambito dell’iniziativa “Muri d’ autore”, nata dall’ impulso della Fondazione Alfonso Gatto e sostenuta dalla Fondazione Comunità salernitana, lo hanno arricchito dei suoi versi, impreziosendo un piccolo angolo della città che ora parla di poesia, di cultura, di arte.

L’iniziativa, tutt’ora in corso, mira alla riqualificazione di aree urbane, coniugando l’arte e la poesia all’impegno sociale. E così uno dei quartieri storici di Salerno, diventa un luogo di incontro, di conoscenza e di memoria. Un luogo dove la poesia travalica il tempo e conquista lo spazio fisico della città, aprendosi così al mondo.

Ci troviamo vicino ad una delle zone più frequentate dai giovani salernitani, eppure quando saliamo al quartiere Fornelle ci immergiamo in un mondo parallelo, quasi in un’altra epoca, dove la semplicità dei panni stesi, le voci all’interno delle case, i ragazzi che giocano nei cortili si mischiano alla bellezza e all’altezza poetica; siamo fuori dal caos e dal frastuono, ovunque ci giriamo è bellezza, la street art diventa mezzo con il quale la poesia giunge a noi.

Il quartiere ci contiene, come una culla, “abitiamo in una sola piazza tutti, la notte si parla a stanza aperta dai letti e la città lavata dal cielo la riceviamo nel petto tra le braccia come una amante fresca”, leggiamo sul muro di vicolo San Bonosio. La poesia di Gatto è ancestrale, parte dalla sua terra di cui ne ha sempre portato il ricordo nelle peregrinazioni italiane e si dirama nel mondo.

Ma chi fu Alfonso Gatto? Nato a Salerno nel 1909 da una famiglia di marinai di origini calabresi, frequentò l’ Università di Napoli senza però laurearsi. Lavorò come istitutore di collegio, correttore di bozze ed infine divenne giornalista. Nel 1938 fondò a Firenze con Vasco Pratolini la rivista” Campo di Marte” che diventò la voce del più avanzato ermetismo. Nel 1936 fu arrestato per anti- fascismo e passò vari mesi in carcere; partecipò alla Resistenza e nel 1944 si iscrisse al Pci. Testimoniò la sua passione civile anche nei suoi versi, in particolare “Il capo sulla neve- Liriche per la Resistenza”, peraltro ripubblicata qualche anno fa con la prefazione di Andrea Camilleri, trasmette il suo forte impegno e la sua lucida sensibilità per quella che è una pagina della storia italiana lastricata di dolore e di estrema forza.

“La poesia vi provoca, vi mette di fronte al bisogno della lotta”, la poesia si coniuga così all’ impegno civile e diviene un mezzo per spronare gli uomini, in particolare i giovani ad essere “ribelli, ma responsabili”, a non tirarsi indietro e chiudersi al mondo, ma piuttosto ad esserne partecipi, ad essere responsabili delle proprie scelte civili e politiche, come d’altronde ha sempre fatto lo stesso Gatto. Negli ultimi anni della vita si dedicò alla critica dell’arte e della pittura. Morì tragicamente e precocemente a seguito di un’ incidente stradale ad Orbetello l’ 8 marzo 1976.

Dunque, poeta ermetico che parlava di amore, di passione civile, di vita e di morte, della sua terra e dei viaggi, ma anche uomo, evanescente e nello stesso tempo immanente alla città di Salerno.

Sara Perillo

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