Nel calcio il centrocampista è un giocatore che agisce nella fascia centrale del campo, in raccordo tra la linea difensiva e la linea d’attacco con la funzione di filtro, o di costruzione del gioco. Probabilmente si tratta della posizione più complessa, data la vastità dell’area di gioco che può occupare.
Questa è la definizione generale che possiamo dare a questo ruolo, che nel calcio ha assunto un ruolo sempre più fondamentale. Dirigere in campo il gioco di una squadra, apre la mente al calciatore, dovendo prendersi già in campo responsabilità di portare avanti i suoi compagni tramite le sue idee ed essere il collante tra più reparti di gioco.
Una sorta di assaggio di allenatore e andando ad analizzare le big del calcio europeo, possiamo notare che gli allenatori che siedono sulle panchine dei club più importanti d’Europa, sono degli ex centrocampisti.
REAL MADRID – CARLO ANCELOTTI:
Giovane talento di fine anni 70′, Ancelotti si mette in luce a 18 anni in Serie C con il Parma. Con i ducali conquista la promozione in B trascinando i suoi nonostante la giovane età. Fondamentale l’apporto dell’allenatore Cesare Maldini che farà esplodere le sue doti da centrocampista. Passò alla Roma per 750 milioni di lire (cifra astronomica per un giovane) e il tecnico Liedholm ne fece un mediano costruttore di gioco.
BARCELLONA – LUIS ENRIQUE:
Nonostante nasca come attaccante nello Sporting Gijon, l’ex allenatore della Roma Luis Enrique, dopo il passaggio al Real Madrid diventerà un grande interno di centrocampo. La consacrazione definitiva arriva con il passaggio al Barcellona, dove sotto la guida di Louis Van Gaal, dievnterà un centrocampista totale. Nelle prime due stagioni in blaugrana segnerà quasi 20 gol, a fine carriera saranno 109 i gol in maglia catalana.
ATLETICO MADRID – DIEGO SIMEONE:
Fin da giovane dimostra subito grande attitudine alla leadership e al comando. La sua consacrazione come centrocampista/incontrista, arriva nella metà degli anni 90′ durante la prima esperienza in Spagna all’Atletico Madrid, arrivando a realizzare anche 12 reti in una sola stagione. Passa all’Inter e poi alla Lazio nel 1999, vincendo subito lo scudetto ed affermandosi come uno dei migliori centrocampisti del nostro campionato.
BAYERN MONACO – JOSEPH GUARDIOLA:
L’allenatore del Barcellona, Johan Cruijff, lo utilizzò come centrocampista centrale in prima squadra. Guardiola si adattò immediatamente a questo ruolo, a dispetto della sua giovane età e della mancanza di esperienza, e per molti anni fu il “direttore d’orchestra” di un memorabile Dream Team blaugrana con gente come Stoickov, Bakero, Ferrer, Koeman, Laudrup e Zubizarreta. Nella sua militanza nel Barça rimediò otto cartellini rossi nella Liga, simbolo della varietà di compiti che svolgeva come centrocampista non solo di costruzione e che fanno di lui il giocatore più espulso della storia del club blaugrana.
BORUSSIA DORTMUND – JURGEN KLOPP:
11 anni nel Magonza, una vita, una carriera. C’è stata solo questa squadra nella carriera da calciatore di Klopp, che durante questa decade è partito come attaccante per chiudere in difesa, attraversando tutti i ruoli del campo. Nella seconda metà degli anni 90′ ha ricoperto con frequenza il ruolo di centrocampista centrale.
PSG – LAURENT BLANC:
La sua carriera è caratterizzata dal ruolo di difensore centrale, ma approfondendo l’attività agonistica del tecnico francese, possiamo notare come la sua grande intelligenza tattica e il suo piede buono atto anche all’impostazione di gioco, lo vedevano spesso impiegato come libero o davanti alla difesa, come collante tra centrocampo e reparto arretrato.
MANCHESTER UNITED – LOUIS VAN GAAL:
L’olandese è sicuramente l’allenatore del momento, dopo il grande mondiale alla guida della Nazionale orange. In passato è stato un giocatore d’ordine, ricoprendo prevalentemente le posizioni di centrocampista difensivo e difensore centrale.
MANCHESTER CITY – MANUEL PELLEGRINI:
Come per Blanc, la carriera di Pellegrini è stata caratterizzata da un ruolo difensivo libero, dotato di grande intelligenza tattica e piedi buoni, che lo hanno spesso portato a giocare a centrocampo davanti alla difesa. Una carriera dedita solo alla maglia dell’Universidad de Chile, con la quale ha ricoperto un pò tutte le zone del centro-difesa.
ARSENAL – ARSENE WENGER:
Stesso discorso anche per il tecnico francese dei Gunners. Protagonista di una carriera anonima e durata solo 8 anni dal 1973 al 1981, Wenger occupava la posizione di difensore libero data le sue discrete qualità tecniche che lo portarono a giocare anche a centrocampo.
***Per concludere il giro d’Europa, prima di arrivare in Italia, ci sono rimasti Josè Mourinho (Chelsea), Brendon Rodgers (Liverpool) e Leonardo Jardim (Monaco). Questi allenatori non possono rientare nelle statistiche dato che Rodgers e Jardim sono partiti direttamente come allenatori in seguito a studi giovanili, mentre Mourinho ha giocato solo fino a 24 anni senza riuscire a trovare un vero posto nel mondo del calcio come atleta.
JUVENTUS – MASSIMILIANO ALLEGRI/ANTONIO CONTE:
Max Allegri, molti lo ricorderanno, ha avuto una carriera longeva come centrocampista centrale indossando svariate maglie, tra cui la più importante quella del Cagliari, nelle stagioni che vedevano anche i sardi disputare l’Europa.
Il suo predecessore bianconero, Antonio Conte, è stato invece un pilastro del centrocampo della Vecchia Signora a cavallo tra gli anni 90′ e 2000. Centrocampista dedito al lavoro e che faceva della grinta la sua arma principale, caratteristica che lo contraddistingue anche come allenatore.
INTER – WALTER MAZZARRI:
Da giovane, il tecnico toscano, veniva definito il nuovo Antognoni. Corsa e grinta erano le armi principali di Mazzarri, utilizzato prevalentemente come interno di centrocampo.
ROMA – RUDI GARCIA:
Ritiratosi a soli 28 anni, il franco-spagnolo Rudi Garcia, ha vestito prevalentemente la maglia del Lille dove giocava come centrocampista centrale. Faceva del gioco nello stretto e del pressing le sue armi vincenti.
NAPOLI – RAFA BENITEZ:
Prodotto delle giovanili del Real Madrid, anche se non giocherà mai in prima squadra. Schierato prevalentemente come mediano, la sua carriera non decollerà mai complici anche i numerosi infortuni, così si iscriverà all’università durante la carriera calcistica. 5 anni tra Parla e Linares, dove nel 1986 a seguito dell’ennesimo infortunio lascerà la carriera da atleta.
E’ chiaro come percorrere una carriera lì nella zona del campo dove passano tutti i palloni, riesca a far sviluppare una visione più completa del mondo del pallone a chi lo vive in quel ruolo, rispetto ad un portiere o un attaccante, tesi a concentrarsi principalmente su una sola funzione nel rettangolo di gioco.
Come avrete notato, all’appello manca il Milan del neo mister ‘SuperPippo’ Inzaghi, un uomo nato attaccante e nato con il senso del gol nel sangue. Riuscirà l’ex numero 9 rossonero ad essere l’eccezione?