Si è da poco conclusa la trentesima edizione delle Universiadi estive che quest’anno ha visto come sede principale degli eventi sportivi la città di Napoli e più in generale la regione Campania, come vi abbiamo raccontato in questa settimana tra curiosità sull’inaugurazione e problemi con gli impianti che dovevano ospitare alcune gare.
Oggi, invece, parliamo di coloro che hanno lavorato incessantemente “dietro le quinte” nell’evento, organizzato dalla FISU (Federazione Italiana Sport Universitari), che ha visto la partecipazione di un folto numero di volontari, ragazzi provenienti da vari atenei universitari, che sono stati riuniti nelle varie aree di competenza e divisi poi successivamente nelle squadre d’appartenenza, diversificati per ruoli e mansioni da svolgere. Dopo i colloqui tenutisi nel Campus di Fisciano, è proprio dal Palasele di Eboli, location indicata per il torneo di Pallavolo(sia maschile che femminile insieme ad altri palazzetti come quello di Nocera), che inizia questo diario di viaggio.
I PRIMI GIORNI – Si comincia il 4 di Luglio dove siamo convocati al Palasele per conoscere i Supervisor, coordinatori del lavoro dei volontari, oltre che gli orari di lavoro e i responsabili delle varie aree, la nostra, come da contratto, è la MBS (Media Broadcasting Service) ovvero quella che lavora a stretto contatto coi media. La prima partita si svolge il 5 e vede contrapporsi sul campo l’Argentina e il Messico. Per questa partita si ha la fortuna di essere a bordo campo dove a stupire il pubblico, composto quasi esclusivamente dagli “addetti ai lavori”, non è tanto la partita ma quel che avviene fuori dal campo dove si distinguono nettamente l’entusiasmo dei messicani a confronto con la grinta mostrata dagli avversari argentini che trascinano simbolicamente i ragazzi alla vittoria. L’esperienza a bordo campo è sicuramente la più interessante, si ha qui l’occasione di sentire l’adrenalina della partita e contemporaneamente osservare, cogliere particolari delle varie nazionalità presenti alle gare.
Durante le prime partite, abbastanza scontate come risultati, a stupire è la precisione dell’intera delegazione giapponese molto puntuale, disponibile e sempre sorridente come i suoi supporters e le loro squadre, in particolare quella maschile riuscita nell’incredibile impresa di farsi supportare dall’intero pubblico del Palasele al coro di “Nippon! Nippon!” (tradotto “Forza Giappone!) anche se dall’altro del campo quella sera c’era l’Italia. Il torneo procede senza troppi intoppi, i giornalisti lavorano con ritmi sostenibili per la squadra Mbs, perfettamente coordinata dal supervisore Antonio e che dopo i primi quattro giorni di lavoro si dimostra già coesa e capace di lavorare bene.
IL PERCORSO DELL’ITALIA – Quando nel torneo inizia a farsi sentire la presenza della nazionale Italiana maschile comincia a intensificarsi l’intera atmosfera del Palasele, col palazzetto che comincia a riempirsi col pubblico molto partecipe alle partite della nazionale. Il 9 luglio, la nazionale si impone di misura sugli sfortunati messicani ed accede alle fasi ad eliminazione diretta come prima nel girone. La squadra risulta molto compatta, ben gestita ed impressiona per quanto anche in situazioni che potrebbero sembrare disperate riesce ad imporsi con molta grinta e a strappare una inaspettata vittoria (come nel caso della partita con l’Argentina vinta in rimonta dopo lo svantaggio di due set). Dopo le vittorie, entrambe ottenute per 3 set a 0 contro Portogallo prima e Francia poi rispettivamente l’11 e 12 di Luglio, l’Italia è qualificata per la finale maschile del 13 valevole per l’oro, mentre la nazionale femminile si arrende soltanto in finale fermandosi all’argento. La seconda finalista è invece la Polonia che supera in semifinale la Russia in un accesa e intensa partita, Russia che insieme all’America si rende protagonista di un simpatico siparietto al termine del loro incontro, una foto di gruppo che vede raggrupparsi le due squadre tra tanta sportività e qualche battuta, è curioso pensare come una scena simile potesse risultare impensabile già 50-60 anni fa e va ad impreziosire un’esperienza già ricca di episodi curiosi nati dall’incontro con nazioni diverse.
LA SERATA CONCLUSIVA – Con tanto lavoro e tanti bei momenti vissuti si arriva al giorno della finale maschile del torneo. La partita vede il pubblico delle grandi occasioni e nell’atmosfera frizzante del Palasele nel primo set sono la forza e la supremazia fisica della Polonia a rubare la scena, togliendo entusiasmo al pubblico e mettendo a dura prova gli atleti italiani. Subentra a quel punto la grinta dell’Italia che già dai primi punti messi a segno nella seconda fase della partita comincia a risvegliare dapprima il pubblico e poi a lasciarsi trascinare dal suo entusiamo: pareggio e partita che comincia a far sentire odore di “game five”. Tra il terzo e il quarto set l’incontro s’infiamma, scambi numerosi ed equilibrio sostanziale che concludono i game coi punteggi 22-25 e 25-23. Ormai è chiaro la partita si concluderà al quinto set quello decisivo, tutti gli occhi sono puntati sul campo e l’adrenalina è quasi palpabile, l’Italia comincia a crescere spinta dal pubblico e distanzia gli avversari, laureandosi campione delle universiadi e ottiene finalmente la medaglia d’oro.
Grande festa sugli spalti entusiasmo alle stelle ed emozione per il grande risultato della squadra, premiata davanti al suo pubblico e, quasi un secondo dopo, assalita dai giornalisti intenzionati ad ottenere dichiarazioni dal coach e dai giocatori, la media room gestita dal gruppo Mbs non è mai stata così caotica. Nonostante questo, il gruppo riesce a reggere l’ondata a far sentire il proprio supporto indistintamente sia a chi lavora sia a chi vorrebbe solo andare a festeggiare una grande vittoria,ma è comunque molto disponibile e lascia anche qualche interessante dichiarazione come F. Zopparelli che commentando il cammino azzurro racconta “Trascinati da un grande pubblico abbiamo ottenuto questo prezioso traguardo”
In conclusione un plauso va all’organizzazione per questa bella esperienza e in particolare all’intero gruppo MBS: partendo da Antonio e poi Giampasquale, Vincenzo, Christian, Raffaella, Cosimo, Annapaola, Giuseppe, Concetta, Roberto, Annapaola, Teresa ed Enza, un gruppo che da subito ha lavorato bene e ha condiviso momenti speciali sicuramente da ricordare e che personalmente ha permesso anche la realizzazione di questo racconto che qui si conclude.
Per ulteriori aggiornamenti,notizie e curiosità sul mondo universitario e non l’appuntamento è sempre qui, sull’Angolo di Phil.
Emmanuel Ammutinato