Se per voi Moto Gp, Superbike, Moto 2 e Moto3 sono adrenalina pura, spettacolo di velocità e sport per veri uomini, vi consiglio di fare un salto in Irlanda tra l’ultima settimana di maggio e la prima di giugno.
Ogni anno, sull‘Isola di Man (Isle of Man), si disputa il Tourist Trophy (TT). Una corsa motociclistica che si corre, sul circuito stradale dello Snaeffel Mountain Course dalla lunghezza di 60,720 Km.
STORIA e… SANGUE – Nel 1907 fu inaugurata la sua prima edizione, che comprendeva anche gare automobilistiche poi spostate su circuito britannico. Il dato che rende bene l’idea della pericolosità di questa manifestazione, è quello relativo alle molte vittime che si sono registrate tra i piloti che vi prendevano parte.
Un circuito di oltre 60 Km da percorrere tra case, muretti, pali della luce e differenti condizioni climatiche e di asfalto, il tutto da ripetersi per più giri a seconda delle varie categorie. Nel 2013 il numero di piloti rimasti uccisi sul circuito ha toccato quota 140, contando due morti durante la parata storica che precede la corsa, a cui si aggiungono un ufficiale di gara e due spettatori.
Il Tourist Trophy fu valido come Gran Premio di Gran Bretagna dalla prima edizione del Motomondiale nel 1949 e fino al 1976, quando venne escluso dal calendario per l’eccessiva pericolosità del circuito.
PILOTI ITALIANI – Dopo i primi anni dominati da piloti e case britanniche il Tourist Trophy aumentò la sua fama e vi cominciarono a giungere piloti da tutto il mondo; i piloti italiani fecero le prime comparse negli anni venti con Achille Varzi che, nel 1924, fu il primo a portare a termine un Tourist Trophy. La prima vittoria di un pilota italiano fu invece ad opera di Omobono Tenni che vinse in sella ad una Moto Guzzi 250 nel 1937.
Negli anni in cui fece parte delle gare del motomondiale anche altri piloti italiani conquistarono importanti vittorie: tra di essi Carlo Ubbiali, Tarquinio Provini e Giacomo Agostini che, con 10 vittorie, fa parte dei piloti più vittoriosi sull’Isola di Man.
CAMPIONI E STORIE ANTICHE – Il pilota più vittorioso sul circuito è Joey Dunlop, pilota britannico scomparso nel 2000 in una gara su strada che si svolgeva a Tallinn in Estonia dopo essersi schiantato contro degli alberi, che è riuscito a conquistare nella sua lunga carriera 26 successi, seguito da John McGuinness con 19 e dal più volte campione del mondo Mike Hailwood con 14.
Sull’Isola di Man, il TT viene vissuto come un rito e come tale vive di cerimoniali e storie antiche. Tra le storie da ricordare c’è quella legata al tabellone segnatempi, un lunghissimo casellario di legno posto sul rettilineo del traguardo, che fin dal 1907 viene aggiornato con i tempi dei piloti dai giovani boy-scout dell’isola di Man; oppure quella che vede protagonista Gwen Crellin.
Conosciuta come “la Dama bianca” del TT, è diventata negli anni uno dei personaggi simbolo della corsa. Abitava sull’Isola di Man, in un cottage chiamato Coan Buigh, situato sul percorso del TT poco dopo il salto di Ballaugh’s Bridge. A soprannominarla “Dama bianca” fu proprio il nostro Giacomo Agostini, nome derivante dalla divisa color neve che solitamente indossava.
La leggenda vuole che i concorrenti che la salutavano finissero il giro senza incappare in incidenti o contrattempi. Molti piloti, per rispetto o per scaramanzia, passavano a salutarla prima delle prove o le dedicavano un cenno nel passaggio davanti a casa sua, che lei ricambiava mostrando una lavagnetta con scritto “Good luck”.
Una corsa anacronistica, ma allo stesso tempo troppo affascinante per passare inosservata. Nel nostro Paese non le viene data molta visibilità, ma con questi video potrete capire la pericolosità e l’adrenalina che genera il solo guardare una corsa del genere.
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