A Salerno la “Human Tribe” di Agoch Jorit, street artist partenopeo (FOTO)

Nelle opere murali di Agoch Jorit, street artist partenopeo, i soggetti sono tutti caratterizzati da due strisce rosse sul volto, segno distintivo dell’ artista con il quale vuole ricordarci la comune appartenenza alla grande tribù umana.

Le linee sui volti, infatti, mutuate da un antico rituale africano di scarnificazione con il quale venivano “marchiati” i volti dei giovani uomini per segnare il loro passaggio all’età adulta, rappresentano l’ingresso nella tribù di appartenenza e, di rimando, l’appartenenza all’ intera umanità. I personaggi rappresentati da Jorit sono assimilati a guerrieri, sono di diversa estrazione sociale e culturale.

HUMAN TRIBE – Da Maradona a San Gennaro, da Nelson Mandela a Trotula de Ruggiero realizzata nel Park Vinciprova nell’ambito dell’iniziativa MetroCubo Salerno (giusto per citarne alcuni) ciò che li accomuna è l’appartenenza quella che Jorit chiama “Human Tribe”, un’unica comunità umana dove le differenze di sesso, di religione, di cultura e di estrazione sociale, scompaiono nell’universo dell’uguaglianza umana. In questo modo, l’artista napoletano vuole lanciare un vero e proprio messaggio di uguaglianza e di solidarietà. Sono gli stessi personaggi scelti ad essere portatori di messaggi con le loro storie. Attraverso il loro sguardo vivido l’artista vuole esternare la tensione umana che ci accomuna tutti; vuole rendere fruibili messaggi di lotta e di giustizia. Come non ricordare il murale che omaggia Ahed Tamimi, la ragazzina palestinese divenuta simbolo della resistenza dopo uno scontro con un soldato israeliano, murale per il quale lo stesso Jorit fu arrestato a Betlemme. Dunque, attraverso l’arte di Jorit il tratto estetico e di abbellimento di zone urbane anche periferiche, assume le morfologie della comunicazione, diviene messaggio di lotta, di giustizia, ma anche di appartenenza; diviene veicolo di integrazione sociale ed economica.

Per far cambiare realmente e non solo formalmente le condizioni di subordinazione materiale delle donne e del popolo è necessario realizzare, tramite la rivoluzione, una società nella quale scompaia la subordinazione dell’umanità alla forma merce. L’interesse delle donne alla liberazione dalla subordinazione rispetto agli uomini deve essere pertanto quello di allearsi con gli uomini e affiancarli nella lotta comune per la rivoluzione. Scrive Jorit in un post Facebook dedicato al murale di Trotula de Ruggiero.

Volto fiero e disincantato, volto che guarda, ma che, esposto solo da un lato alla luce non si fa guardare, quello di Trotula De Ruggiero è un volto immaginato da Jorit per dare forma ad una storia salernitana che risale all’XI secolo d.C.. Quella di Trotula è la storia di una donna forte e coraggiosa, una pioniera della medicina che ha portato importanti novità nel campo della ostetricia. Prima donna medico in Europa operò nella Scuola Medica Salernitana, segnando la nascita dell’ostetricia e della ginecologia in Italia. Scrisse due trattati di medicina che si tramandano ancora nei nostri giorni.

Più famosa tra le Mulieres Salernitanae, Trotula è ancora oggi ricordata per la sua tenacia e determinazione che l’ hanno portata a raggiungere traguardi fondamentali nella medicina. La sua è una storia di forza e determinazione, ma è anche una storia che mostra come la parità di genere possa portare a risultati grandiosi. La scuola medica salernitana, libera dalle restrizioni ecclesiali, infatti, garantiva una parità di sesso nell’accesso alla medicina. La storia che così ci viene raccontata è quella dell’autodeterminazione umana che permette di superare stereotipi di genere e non solo.

 

METROCUBO, NUOVA VITA DEGLI SPAZI URBANI – Il murale di Trotula de Ruggiero a Salerno fa parte del progetto MetroCubo, promosso nel mese di febbraio da Salerno Mobilità e dalla Fondazione Alfonso Gatto, attiva ormai da anni nella riqualificazione di spazi urbani attraverso l’arte pubblica con l’iniziativa Muri d’autore. All’interno del Park Vinciprova sono stati realizzati murales che rappresentano l’identità della città di Salerno, attraverso la celebrazione del suo presente e il ricordo del suo passato. L’iniziativa ha visto come protagonisti oltre a Jorit anche All Anema crew, autore dell’opera Salernum; Andrea Casciu, che ha realizzato il murale La pesca miracolosa; Green Pino, al secolo Pino Roscigno, autore dell’ opera I quattro elementi.

Si tratta di murales celebrativi dell’identità di Salerno, dai colori dello stemma (il giallo, il rosso e il blu) disegnati da All Amena screw su 140 metri di muro, alla pesca miracolosa, ovvero la testa bronzea di Apollo ritrovato nel Golfo di Salerno nel 1930 nel Golfo e richiamato dalla omonima poesia di Ungaretti parte della raccolta “Viaggio nel Mezzogiorno”, volendo proprio ricordare le origini elleniche delle terre cilentane. Dai quattro elementi (aria, terra, acqua, fuoco) che già dagli studi dei pitagorici dovevano essere bilanciati affinchè l’ uomo godesse di armonia e benessere psicologico, al volto fiero di Trotula dè Ruggiero, il Park Vinciprova è oggi un tripudio di colori e di storie, di volti e di immagini che fanno emergere l’identità di una città come Salerno oggi più viva che mai.

Sara Perillo

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