In un mondo dove i voli low cost sono diventati ormai consuetudine, e viaggiare non è più proibitivo come una volta, avere uno scalo aeroportuale a pochi chilometri da dove si vive, risulta essere una vera e propria comodità. Visto che abbiamo l’Aeroporto Salerno-Costa D’Amalfi potremmo considerarci avvantaggiati? Mhhh… per il momento no.
Situato tra Bellizzi e Pontecagnano, in una zona abbastanza rurale, non tenuta benissimo, tra serre, aziende ortofrutticole e strade sconnesse, l’aeroporto è raggiungibile esclusivamente in auto, vista la totale assenza di collegamenti ferroviari nelle vicinanze, o di autobus e navette.
Considerato da molti un “aeroporto fantasma”, poiché pressoché inattivo: secondo l’ultimo monitoraggio dell’Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), che lo ritiene di “rilevanza nazionale”, i numeri del 2017 sono i seguenti: quattro aerei al giorno, tra charter, aero taxi e aviazione generale. Per un totale, annuo, di 6.354 passeggeri. Facendo una media giornaliera, i passeggeri in transito sono stati circa 17.
La pochissima affluenza fa sì che la struttura abbia un numero davvero esiguo di dipendenti e che molte delle aeree dell’aeroporto (hall, uffici e bar) siano quasi sempre chiuse.
Il protocollo d’intesa con la Gesac, società che gestisce quello Internazionale di Capodichino, ha fatto sì che l’aeroporto di Salerno venisse preso di mira da un numero abbastanza elevato di VIP che, approfittando della maggiore privacy e della vicinanza ai maggiori luoghi di villeggiatura, ancora oggi viene utilizzato come scalo: dalla ricca ereditiera Paris Hilton, al cantante Bruce Springsteen, fino a poche settimane fa, con l’arrivo del cestista statunitense, stella della NBA, Lebron James (nella foto in basso – Fonte: Amalfi Notizie).
Proprio questa “disparità di utilizzo” e l’approvazione del decreto 2017, con cui il Ministero dell’Ambiente sanciva la compatibilità ambientale del mega progetto di ampliamento dell’aeroporto, con il conseguente esproprio di 50 ettari di terreno, hanno provocato non poca indignazione dell’opinione pubblica locale, che si è fatta sentire e ha coinvolto diversi enti ed associazioni.
Il Piano prevederebbe un investimento complessivo di 135 milioni da realizzare entro il 2022: ampliamento dei voli, delle piste e dei servizi. I costi di realizzazione della struttura e degli incentivi per promuoverla ammontano a circa 15 milioni, ed il bilancio è sempre stato in passivo (2,8 milioni nel 2017).
Il ricorso contro il Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dell’Enac e della regione Campania è stato depositato il 4 maggio al Tar della Campania per la sezione Salerno e chiede l’annullamento di tale Piano di ampliamento, considerato un vero e proprio “attentato all’ambiente”.
Nell’attesa che il Tar dia il suo responso, ci auguriamo che l’ampliamento di uno scalo aeroportuale, che dovrebbe migliorare l’indotto economico del posto, non si trasformi in uno scempio ambientale, dove ad avere le peggio, sono sempre le fasce più deboli.
Carmine Buccella