Continua il nostro viaggio, grazie alla collaborazione di Raffaele Ciaglia gestore di “Le nostre Bellezze Sconosciute” e sempre alla ricerca di luoghi della Campania e della Basilicata a cui ridare lustro e visibilità, nel riscoprire le tante bellezze che la storia ha lasciato sul nostro territorio.
Oggi parliamo dei Decurioni (da non confondere con quelli dell’Antica Roma), ovvero quelli che al giorno d’oggi chiameremo i membri dell’ “amministrazione comunale”.
Dal tardo Medioevo sino all’età napoleonica il decurionato costituiva l’insieme delle persone che si occupavano di ciò che attualmente chiameremmo amministrazione comunale. Era costituito da un numero ristretto di persone elette per sorteggio e sottoposto ad un rigoroso controllo dell’intendente, che rappresentava il potere regio.
LA STORIA INSEGNA – Del decurionato potevano far parte solo gli iscritti nella lista degli elegibili, approvata dagli intendenti. Il potenziale decurione doveva avere una rendita annua non inferiore a 24 ducati nei paesi fino a 3.000 abitanti, una rendita doppia in quelli fino a 6.000, quadrupla in quelli maggiori, poteva essere anche analfabeta, ma insieme agli altri colleghi (analfabeti) poteva costituire solo i 2/3 dell’intero organo collegiale, questa percentuale fu in seguito ridotta ad un terzo.
I decurioni erano tre per ogni 1.000 abitanti, si riunivano almeno una volta al mese e con l’intervento del sindaco, del cancelliere comunale e del parroco, formavano la lista di leva, proponendo alle autorità competenti le guardie urbane ordinarie e supplenti.
Beh, potremmo dire che dopo oltre 200 anni (siamo agli inizi del 1800) le metodologie per eleggere e candidare i politici odierni nella varie città non è che sia cambiata poi tanto…
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Raffaele Ciaglia