Alla riscoperta del nostro territorio: cosa celebra l’iscrizione su pietra dell’Epitaffio di Eboli? (FOTO)

Continua il nostro viaggio, grazie alla collaborazione di Raffaele Ciaglia gestore di “Le nostre Bellezze Sconosciute” e sempre alla ricerca di luoghi della Campania e della Basilicata a cui ridare lustro e visibilità, nel riscoprire le tante bellezze che la storia ha lasciato sul nostro territorio.

Oggi parliamo di quella che banalmente viene confusa come la “rotatoria dell’Epitaffio di Eboli” ma che in realtà nasconde una storia molto profonda.

Infatti, si tratta di una lapide celebrativa che andava a ricordare la nascita della famosa “Via del Grano”, che vede il punto dell’Epitaffio come uno degli epicentri di questa strada.

VIA DEL GRANO – La Via del Grano è l’appellativo attribuito all’antico Regio Cammino di Matera, un’arteria stradale che collegava nell’800 il Principato Citeriore e l’Ulteriore, le attuali province di Salerno e di Avellino, con la Basilicata. Voluta nel 1789 da re Ferdinando IV di Borbone, su proposta del Marchese di Valva, Soprintendente di Strade e Ponti, serviva non solo a congiungere i comuni dell’entroterra campano e lucano, da Eboli a Melfi, ma anche ad assicurare il trasporto del grano e delle altre derrate alimentari dalle fertili pianure della Puglia alla capitale del Regno di Napoli.
 
EPITAFFIO – Ad Eboli, in località Epitaffio, vi è una iscrizione su pietra che celebra la costruzione della strada, che da quel luogo doveva giungere fino ad Atella nella Valle di Vitalba in Lucania.
Di seguito vi riportiamo il testo tradotto presente sulla lapide dell’epitaffio:
“Regnando Ferdinando IV, provvidentissimo Re delle Sicilie, da questo luogo fino ad Atella dei Lucani, per circa 47 miglia, per interessamento dell’illustrissimo signor Giuseppe Valva, Marchese di Valva, Regio Cubiculario, recidendo monti, livellando valli, superando con idonei ponti fiumi e torrenti, fu costruita questa strada rotabile nell’anno 1797.”
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