Continua il nostro viaggio, grazie alla collaborazione di Raffaele Ciaglia gestore di “Le nostre Bellezze Sconosciute” e sempre alla ricerca di luoghi della Provincia di Salerno a cui ridare lustro e visibilità, nel riscoprire le tante bellezze che la storia ha lasciato sul nostro territorio.
Oggi parliamo di Romagnano al Monte, il quinto comune meno popoloso della regione Campania, ma che possiede una storia di quelle che meritano di essere raccontate.
STORIA – La storia di Romagnano affonda le sue radici almeno al XII secolo, periodo al quale risalgono le prime notizie scritte sul paese ritrovate su un registro del 1167 in cui è denunciato il numero di feudatari che prestavano servizio militare per il re. In realtà già in epoca tardo-romana la zona faceva parte dell’Ager Volceianus, cadendo sotto la giurisdizione dell’attuale Buccino (Volcei, appunto) e lo stesso toponimo di Romagnano, “fundus Romanianus”, sembra indicare l’appartenenza a una famiglia di patrizi, detta “Romanius”.
Guardando a tempi più recenti, centrale è nella storia di Romagnano al Monte è il tragico terremoto del 1980, che devastò numerosi centri sia in Campania che in Basilicata: i cittadini furono costretti ad abbandonare le proprie case del borgo storico e a trasferirsi a 2 km di distanza, nella nuova Romagnano.
COME ARRIVARCI – Romagnano al Monte è raggiungibile percorrendo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria con uscita a Sicignano degli Alburni, proseguendo per Buccino, oppure seguendo la Strada Statale n.19ter e seguendo le indicazioni Buccino-Romagnano al Monte. Il piccolo centro dista 119 km da Napoli e 71 km da Salerno. La posizione impervia del borgo non rende l’accesso immediato ma, una volta varcato il cancello che oggi segna il confine tra la nuova vita di Romagnano al Monte e la vecchia, si può provare sulla propria pelle l’ebbrezza di viaggiare nel tempo e osservare con occhi attenti e curiosi i segni di un’epoca apparentemente così lontana dalla nostra, nonostante non siano ancora trascorsi neppure 40 anni.
POST TERREMOTO – Frammenti di una quotidianità spezzata all’improvviso si parano davanti al visitatore, trasmettendo tutta la malinconia legata all’abbandono obbligato delle proprie certezze: ritagli di giornali invecchiati dal tempo, lattine di olio arrugginite, pubblicità d’epoca ormai scolorite si mescolano ai calcinacci e alle pietre crollati a seguito della terribile scossa sismica e nel corso degli anni successivi. Ogni abitazione mostra i segni del dramma vissuto, mentre all’esterno le strette vie in cui si articola il borgo testimoniano le antiche origini del centro.
Particolarmente impressionante è poi la visita alla Chiesa della Madonna del Rosario, risalente al XVII sec. e alla quale si accede da uno stretto varco nel muro eretto in corrispondenza del portone d’ingresso.
Non tutte le aree del borgo fantasma di Romagnano al Monte sono accessibili, purtroppo, e salvo alcuni passaggi puntellati, non sembra esserci al momento un piano di recupero reale dello stesso nonostante la Regione Campania abbia dichiarato più volte di avere progetti in cantiere per ridare vita a questo antico borgo.
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Filippo Folliero