Alla riscoperta del nostro territorio: Santa Maria a Corte, la chiesa dell’Arcivescovo feudatario (FOTO)

Quando sei un feudatario e fai parte anche del clero, avere tra le mani un potere tale può portare a scelte drastiche per avere sempre una visione e un controllo totale di ciò che si ha in mano.

Un esempio di tutto ciò lo troviamo ad Olevano sul Tusciano dove camminando fra gli ulivi (ovviamente con autorizzazione), il nostro Raffaele Ciaglia gestore di “Le nostre Bellezze Sconosciute” e sempre alla ricerca di luoghi della Provincia di Salerno a cui ridare lustro e visibilità, ha rinvenuto in quest’area privata un rudere gigantesco corrispondete alla chiesa di Santa Maria a Corte.

Nonostante abbia secoli di vita il rudere è tenuto in ottime condizioni e nonostante le notizie sulla chiesa siano frammentarie possiamo dire che fin dove le fonti ci hanno portato di sicuro ha almeno più di 700 anni alle spalle.

Nelle “Rationes Decimarum” del 1309 (il registro delle decime che venivano riscosse dagli enti ecclesiastici che permetteva di avere numerose informazioni sia sulle parrocchie, sia sui singoli paesi, contenendo indirettamente dati storici sull’esistenza degli stessi) la chiesa è chiamata Sancta Maria ad Curtim, retta dall’abate Nicola di Amalfi.

Solo nel 1450, dopo oltre cento anni, viene definita per la prima volta parrocchia Santa Maria a Corte in quanto chiesa dell’Arcivescovo feudatario, annessa al palazzo ove il Vescovo di Salerno si recava per rendersi conto dell’andamento del feudo di Olevano.

Tale costruzione insisteva sui ruderi di un’antica villa romana, sita nei pressi dell’attuale cimitero comunale, in località “Paradiso di Montera”. A partire dall’anno 1530, però, la popolazione chiese con insistenza di trasferire il titolo di parrocchia alla congrega di Santa Regina, in quanto la chiesa di Santa Maria a Corte distava un miglio dal centro abitato di Monticelli ed era più difficile da raggiungere per la popolazione.

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Filippo Folliero

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