Quella che vi stiamo per raccontare è la storia di R. B. L., 48enne di Mercato San Severino, che dallo scorso Novembre si trova in Brasile per una serie di interventi chirurgici.
L’INTERVENTO – Affetta da un grave problema all’uretra che necessitava di un intervento che in Italia non le era stato garantito, la signora è partita alla volta del paese carioca per svolgere due interventi il primo a Dicembre e il secondo a metà Aprile, poche settimane fa. Operata dunque in Brasile l’apparato urinario con la ricostruzione di tutta l’uretra in dicembre a causa del malfunzionamento di un rene, le è stato applicato uno stent uretrale che ha portato fino a poche settimane fa, rimosso col secondo intervento. La donna, con sè, aveva anche uno staff sanitario personale che l’ha aiutata a muoversi in questi mesi di convalescenza ma che è stata costretta a licenziare per le difficoltà economiche occorse in seguito.
IL VOLO – Infatti, in questo lasso di tempo, è scoppiata la pandemia Coronavirus e di conseguenza sono stati annullati tutti i voli di ritorno, compreso quello della signora che era fissato per il 4 Maggio. Ed è così che decide di contattare la Farnesina in Italia per sapere come doversi muovere per poter tornare a casa, purtroppo però senza riceve alcuna risposta. Così, in seconda battuta, decide di rivolgersi all’Ambasciata italiana in Brasile dove le viene consigliato di compilare un modulo su internet per i “voli di rimpatrio”.
Ma, una volta compilato ed inviato il modulo, la risposta ricevuta è stata quella di attendere ancora. Dopo 2 settimane, pochi giorni fa arriva la doccia fredda: “non ci sono voli di rimpatrio organizzati e non si sa quando ce ne saranno”
E così, la donna prova un disperato tentativo di dirigersi in aereoporto e l’unico volo disponibile per tornare in Europa ha destinazione Parigi, al costo di ben 1200 euro, ma nonostante ciò non sarebbe potuta comunque rientrare in Italia e avrebbe dovuto attendere in Francia.
“Devo pagare l’affitto e le spese di alloggio, le mie risorse stanno finendo e ho dovuto licenziare il personale medico di cui avrei necessario bisogno non potendolo pagare. Non dico di riaprire tutte le linee ma almeno i voli di rimpatrio. Mi sento abbandonata dallo Stato”
LA PETIZIONE – Per questo oggi, la figlia e alcune amiche hanno lanciato una petizione per raccogliere firme per chiedere al Governo di aiutare il rimpatrio di questa donna.
Potete firmarla al link di seguito —> “Petizione Rimpatrio”
Filippo Folliero