Casal Velino diventa “Kazakh Velino”: le Sinfonie d’agosto del Velia Festival

Nel secondo lunedì d’agosto, Casal Velino si è trasformata in “Kazakh Velino“ diventando ospite del Velia Festival e celebrando la musica classica con un tocco internazionale.

I lunedì di agosto differiscono da quelli del resto dell’anno, in particolare se si è in Cilento e si ha una placida Casal Velino da sfondo, baciata dal tramonto .

Spetta alla sera del 12 agosto e al porto turistico di Casal Velino Marina, ospitare l’orchestra sinfonica del Kazakistan per il terzo ed ultimo appuntamento della XIX edizione del “Velia Festival”, Rassegna Internazionale di Musica Classica promossa dalla Società Italiana Musica da Camera, in collaborazione con la regione Campania e il comune di Casal Velino.

Un ensemble di culture, sinfonia, musiche e colori sotto la lo sguardo attento di una luna quasi piena: sono infatti le 22 in punto quando la prima parte dello spettacolo inizia. 

Vestito in abiti tipici della cultura kazaka, Alken Magurlan fa cantare la dombra , anch’esso strumento tradizionale. Ritmi veloci e corde pizzicate portano una ventata d’Oriente e lo spazio si riempie dei Suoni della Steppa.

Casal Velino, Velia Festival

A questa introduzione segue l’esibizione dell’Orchestra di stato del Kazakistan, detta anche Academy of Soloists, la vera protagonista del Kazakh Velino Festival.

Venti elementi che celebrano in modo perfetto quelli che sono i simboli della musica classica italiana, perfezione che trascende la tecnica stessa e che riguarda l’amore per la musica, che qui diventa linguaggio universale e legante di lontane culture. 

Le Quattro Stagioni del Monaco Rosso, Vivaldi, fuoriescono dal violino protagonista e si succedono la Primavera, l’Estate, l’Autunno e l’Inverno, tra scroscianti piogge di note e adagi di eleganza magistrale e si continua con un altro omaggio a Vivaldi, Nisi Dominus, con la sua eco classica e religiosa.

Le culture poi si intrecciano, arriva il momento dell’intenso brano del classicismo Kazako di Abaj Kunanbaev che celebrato come Vivaldi, diviene legante perfetto.

Il concerto termina in una sequenza di brani Italiani sempre diretti dal maestro Bakhytzhan Mussakhojayeva ma stavolta cantato dal tenore Aldo Caputo. Si susseguono Rossini, Bixio fino a concludere con Di Capua con O sole mio. 

Oriente ed occidente risuonano in perfetta sintonia, unite dall’universalità della musica capace anche questa volta, di creare sinergie tra culture distanti migliaia di chilometri e di unirle abbattendo ogni tangibile confine.

Noemi Fico

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