Cyber stalking, Campania tra le prime per denunce. Chi sono e come agiscono gli adescatori online

Quello degli adescamenti online e del cyber stalking è un tema sul quale si cerca di porre sempre molta attenzione, soprattutto negli ultimi tempi ed è doveroso approfondire la vicenda proprio in una giornata in cui si celebra la figura femminile e si nega ogni forma di violenza nei confronti del gentil sesso.

CAMPANIA TRA LE PRIME PER DENUNCE EFFETTUATE – Già influencers e personaggi con una certa visibilità si impegnano per sensibilizzare su questo argomento e si oppongono a chi invece urla all’eccesso di femminismo e continua a sminuire il problema, non aiutando di certo le vittime a denunciare. Stiamo parlando degli adescamenti che avvengono su internet, le cui vittime, secondo i dati dell’A.C.T.A. (associazione contro le truffe affettive), sono prevalentemente donne che vivono in regioni quali Campania, Basilicata, Puglia e Sicilia. Attenzione però perché questo significa che dalle suddette regioni arrivano la maggior parte delle denunce, non che da altre parti il problema non esista.

GLI OBIETTIVI DELLO STALKER – Le vittime possono essere adolescenti, studentesse universitarie, casalinghe o donne in carriera. I “cyber carnefici” non fanno alcuna distinzione tra età o impiego, sanno bene come agire e su quali aspetti far
leva.

Cadere nella trappola è più semplice di quanto si possa immaginare: l’adescatore tende a studiare il profilo della vittima che ha preso di mira, cercando di comprenderne interessi, passioni e punti di vista. La cosa non risulta neanche tanto difficile e non richiede molto tempo, dal momento che sui profili social si è soliti condividere molto, o comunque quel poco che basta per lasciar trasparire un minimo di sé. Ovviamente
questo non giustifica l’atto compiuto, sarebbe un po’ come giustificare uno stupratore semplicemente perché la vittima indossava una minigonna. È assurdo anche solo pensarlo e si potrebbe, a questo proposito, aprire un dibattito infinito, ma è doveroso precisarlo per evitare incomprensioni.

LA TATTICA – Dunque, una volta studiato il profilo della vittima prescelta, l’adescatore entra in gioco: inizia ad inviare messaggi cercando di mostrarsi, a seconda dei casi, l’uomo dei sogni, l’amico che tutte vorrebbero o il confidente di cui non si potrebbe fare a meno. Solitamente cambia residenza a seconda di quella della vittima, dà informazioni su di sé, ovviamente false, al fine di acquisirne dall’altro lato quante più possibile. Entrando pian piano in confidenza e mostrandosi come una presenza costante e piacevole nella vita della vittima, arriva poi a chiederle informazioni personali, foto e addirittura indirizzo di casa. Nel peggiore dei casi capita anche che si finga bloccato all’estero e bisognoso di aiuti economici, che la vittima non tarderà ad inviare perché ormai assuefatta.

È importante non sminuire chi si trova a vivere questo tipo di situazione: non si tratta di una persona credulona o ingenua, è l’adescatore ad essere subdolo. Diversi studi psicologici dimostrano infatti quanto la distanza fisica favorisca l’idealizzazione dell’altro,
facilitando dunque la manipolazione.

COME DENUNCIARE – Ma in che modo è possibile rendersi conto di essere vittima di questa situazione e denunciare? Innanzitutto è sempre bene diffidare da persone che si fingono perfette e sembrano avere tanto, persino troppo, in comune con noi. È opportuno evitare di fornire informazioni personali e dati sensibili, ricordando che si sta comunque parlando con una persona “virtuale”. Bisogna tener conto dei limiti dei meccanismi di protezione della privacy forniti dai canali social, i quali si rivelano in tal senso poco utili perché è estremamente facile, per l’adescatore, mettersi in contatto con la vittima entrando in gruppi Facebook o Whatsapp (come accaduto recentemente in alcuni gruppi universitari). E se anche il profilo venisse reputato sospetto e dunque segnalato, il cyber stalker non ci metterebbe nulla a crearne un altro, cambiando foto e inserendo nuovamente dati falsi.

È fondamentale non isolarsi e non vergognarsi di parlare con qualcuno se si pensa di essere vittime di episodi del genere, né tantomeno sentirsi deboli. Anzi, la debolezza è un aspetto sul quale gli adescatori fanno leva perché sanno di avere una facile riuscita. Attenzione a non pensare che si tratti di episodi che possono riguardare esclusivamente le donne. Infatti per quanto i dati odierni evidenzino una percentuale maggiore di donne tra le vittime, in quanto gli adescatori sono per lo più uomini di mezza età con scopi sessuali, può capitare anche che i ruoli si invertano e che sia dunque l’uomo a subire, lasciando la strategia di attacco però invariata.

Una delle cose più importanti da tenere a mente è che la vittima, in quanto tale, ha subito una situazione spiacevole e dunque è bene non colpevolizzarla o deriderla. È importante piuttosto sostenere e incoraggiare a denunciare affinché si abbiano sempre più informazioni a riguardo e si riduca la probabilità che questi episodi si ripetano.

Anna Spagnuolo

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