Il Libano è il primo paese arabo a voler legalizzare la cannabis

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Non sarebbe vero dire che il Libano è il primo paese del Medio Oriente a voler legalizzare la cannabis in qualche modo. Il suo vicino a sud, Israele, è stata per decenni un punto di riferimento per lo studio e la coltivazione della cannabis.

Ecco perché proprio Israele sta pensando in questo periodo di rendere la cannabis totalmente legale, nel giro di nove mesi.

[Qui l’ARTICOLO sulla legalizzazione in Israele]

Spesso però, le idee di Israele divergono dai suoi vicini arabi quando si tratta di molte credenze e ideologie, quindi l’ingresso del Libano nel business legale della cannabis, è sicuramente un primato per quella parte del mondo.

LIBANO E CANNABIS – La cannabis in Libano è totalmente illegale. Non esistono leggi sull’uso personale, quindi anche piccole quantità sono considerate un reato.

La regolamentazione del sistema prevede che qualsiasi uso di stupefacenti senza prescrizione medica è soggetto a una pena detentiva da tre mesi a tre anni, insieme a una multa.

Agli individui è consentito un certo grado di clemenza, se non coinvolti nel traffico di droga e incensurati. Anche i semi di cannabis non sono legali in Libano e non possono essere acquistati, venduti o posseduti.

Quando si tratta di CBD, il Libano non fa differenza tra la pianta di cannabis e le singole parti, come i cannabinoidi CBD o THC. Ciò rende il CBD illegale quanto una pianta di marijuana standard, indipendentemente dal contenuto di THC inferiore.

CANAPA INDUSTRIALE – Prima delle nuove legalizzazioni di quest’anno, era illegale coltivare la canapa in Libano, anche se questo non ha impedito che accadesse. La valle della Bekaa è il centro della regione della canapa, che fornisce un terreno ricco e sano per la coltivazione.

Nel corso degli anni il governo libanese ha lavorato duramente per sradicare i campi di canapa della regione. Questo ha avuto un incredibile impatto economico sugli agricoltori locali, costringendo molti alla povertà.

Nonostante questi sforzi, la cannabis viene ancora coltivata in massa. Spesso controllata principalmente da potenti clan e da Hezbollah, che ha causato molti conflitti, nel corso degli anni, tra agricoltori e polizia.

Fino a pochi anni fa, le Nazioni Unite hanno citato il Libano come il terzo più grande fornitore mondiale di resine di cannabis!

Il quadro giuridico è cambiato ad inizio anno, quando il Libano ha legalizzato la cannabis medicinale, inclusa la coltivazione legale della cannabis per uso medico.

CANNABIS TERAPEUTICA IN LIBANO – Nel 2018, il presidente del governo libanese, Nabih Berri, riferì all’ambasciatore statunitense Elizabeth Richard, che il Libano era in preparazione per iniziare la coltivazione legale di cannabis per uso medico.

L’idea di legalizzare la cannabis in Libano ha ottenuto un seguito maggiore, dopo che la società di consulenza McKinsey & Co. ha inviato al governo libanese oltre 1.000 pagine di informazioni sulla ripresa economica, che includevano la creazione di un mercato legale della cannabis.

Il 21 aprile 2020, il Libano ha legalizzato la cannabis medicinale, quando i legislatori hanno approvato una legge che consente la coltivazione di cannabis per uso industriale e terapeutico.

I rappresentanti di Hezbollah, presumibilmente membri di organizzazioni criminali che mal tollerano questo genere di aperture, si sono opposti al disegno di legge. Fortunatamente, la maggioranza degli alleati di Hezbollah era a sostegno della proposta e la seduta si è sciolta con la sua approvazione.

Vale la pena sottolineare che il Libano ha legalizzato la cannabis terapeutica in piena pandemia da Covid-19. Mentre altri governi stavano temporaneamente chiudendo negozi o presentando future proposte di legge, il Libano si muoveva già spedito in quella direzione, mostrando, se non altro, un forte desiderio di farlo accadere davvero.

CHI È MCKINSEY & CO.? – Se non ne avete già sentito parlare, McKinsey & Co. è una società di gestione economica e finanziaria globale.

La visione di McKinsey & Co. all’interno del report era chiara: gestione patrimoniale, edilizia e turismo; ma di maggiore interesse, è stata la raccomandazione della società di legalizzare la già vivace industria della cannabis del paese e trasformarla in un’esportazione legale.

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Purtroppo le lotte intestine politiche e l’incapacità di formare un governo funzionante, otto mesi dopo le elezioni precedenti, hanno portato a dei ritardi nell’attuazione di questo progetto.

Una delle rivelazioni del documento, ad esempio, ha mostrato un calo del PIL del Libano dal 9,2% negli anni 2006-2010 all’1,3% nei prossimi sette anni. Per inciso, il Pil dell’Italia negli anni 2006-2010 non superava l’1% del PIL.

LO STEP SUCCESSIVO – Come già sappiamo, la semplice approvazione della proposta non è sufficiente. Una volta approvata, è necessario attuare una legge e per farlo è necessario un quadro normativo.

Secondo i funzionari, l’idea è di avere un sistema di monopolio, con licenze rilasciate a società private per l’agricoltura, la produzione e la vendita di prodotti a base di cannabis, attraverso un’autorità di regolamentazione.

L’idea è di attrarre nuovi investimenti, creare un nuovo flusso di entrate e aumentare le entrate fiscali generate.

Sebbene il Libano abbia legalizzato la cannabis terapeutica, questo non ha ancora detto molto su cosa significhi per i suoi cittadini. Il tema è recentemente salito alla ribalta, quando Alain Aoun, un parlamentare di alto livello nel Movimento patriottico libero del Libano, ha spiegato al giornale di business e finanza Reuters:

Abbiamo riserve morali e sociali, ma oggi c’è la necessità di aiutare l’economia con qualsiasi mezzo”

Anche e soprattutto legalizzare la cannabis.

In conclusione possiamo dire che a volte il cambiamento è positivo, anche quando il motivo non è esattamente quello che sembra. Alcune legalizzazioni terapeutiche derivano dal desiderio di garantire l’accesso alla sostanza a tutti i pazienti. Altre, non sono solo più motivate da ragioni economiche, ma forse solo da quelle ragioni.

La sanità mondiale è irrimediabilmente compressa dalle logiche capitalistiche, troppo improntate sul profitto.

Il mercato della cannabis terapeutica non fa’ accezione e il guadagno spesso trionfa sull’idea di quanto sia preziosa questa pianta e su tutte le cose meravigliose che può fare.

[Qui un nostro ARTICOLO sul diritto alla cura]

A volte il cambiamento arriva attraverso la porta di servizio, sperando che anche in Italia sia così.

Fonte: cbdtesters.co

Carmine Buccella

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