Tradizioni & Curiosità: quando Maradona giocò con Pablo Escobar

Maradona è morto, così titolano i giornali di tutto il mondo, el Pibe de Oro, la Mano de Dios non c’è più. Il mondo si ferma per i tifosi ma anche per chi di calcio non si è mai interessato. Maradona era il sogni di tutti un giovane e piccolo ragazzo che in un video amatoriale disse: il mio più grande sogno è quello di partecipare ai mondiali e vincerli”.

Quel sogno l’ha rincorso come un pallone nel campo di calcio. Nel 1986 guidò l’Argentina sul tetto del mondo, fece sognare Napoli con due scudetti. Nato in un quartiere malfamato di Lanus, Argentina, iniziò da piccolo a innamorarsi del football grazie a suo cugino che gli regalò un pallone.

Aveva appena undici anni quando in un intervallo di una partita dell’Argentinos si mise a palleggiare a centro campo catturando l’attenzione del pubblico tanto che il quotidiano El Claìn gli dedicò un articolo parlando di un ragazzino di nome Diego Armando “Caradona”, sbagliando una sillaba, ma ben presto quel nome sarebbe stato sulla bocca di tutti diventando immortale. Il resto della storia la conoscono tutti come una poesia, tutti sanno la sua vita, l’apice e la caduta, le dipendenze e quanto altro ma finora nessuno è stato alla sua altezza.

  • Pablo Escobar Gaviria

Nel 1979 si avvicinò alla politica e fu eletto consigliere nel comune di Envigado. Nel 1982 si candidò nel Movimento Rivoluzionario Liberale del Brasile e restò in carica fino al 1983 quando fu costretto a dimettersi dopo che il quotidiano El Espectador pubblicò le accuse del ministro Rodrigo Lara Bonilla con dichiarazioni su Escobar e sui traffici illegali di stupefacenti, Lara Bonilla e Guillermo Cano , direttore di El Espectador, furono uccisi e si scoprì che Pablo Escobar era il capo del Cartello di Medellín e chiunque lo avesse contraddetto avrebbe pagato con la vita. Iniziarono alcuni anni di latitanza e le ricerche delle autorità colombiane in collaborazione con la DEA (agenzia federale antidroga statunitense).

Nel 1991 Escobar si consegnò alle autorità per evitare l’estradizione negli Stati Uniti. Un lungo curriculum da criminale, una liste nere di rapimenti e assassini di magistrati, giornalisti e gente comune. L’estradizione degli Usa di certo non gli avrebbe consentito il controllo sugli affari in Brasile. Cercò l’accordo con il Brasile ma lo fece a modo suo, tenendo in ostaggio i familiari di chi doveva decidere sulla sua sorte. Con l’estorsione convinse il governo a un accordo. Avrebbe costruito lui stesso la sua prigione, dove avrebbe scontato la sua pena e i poliziotti potevano controllare dall’esterno restando distanti alcuni chilometri con l’ordine di non avvicinarsi mai alle invalicabili cancellate che la circondavano.

  • La Catedral e la partita con Maradona

Pablo aveva costruito un resort super lussuoso, detta La Catedral, prendendo il nome del sentiero dove fu eretta, una prigione d’oro per se e i suoi uomini più fidati con ogni confort e li aveva anche un campo da calcio sua grande passione. Fu uno dei maggiori sponsorizzatore per la costruzione di stadi e campi da calcio in Brasile, aiutò le squadre locali, fino a diventare il maggiore finanziatore della squadra più importante del suo paese, l’Atletico Nacional di Medellin. Una storia racconta che proprio in questa prigione detta La catedral si disputò una partita di calcio con Diego Armando Maradona.

Dicembre 1991 Maradona sta scontando due anni di squalifica per essere risultato positivo all’anti-doping. Il suo agente, Guillermo Coppola, gli propose di disputare un’amichevole con un importante signore colombiano. Il patto era disputare l’amichevole con giocatori sud americani, tra cui Renè Higuita, prendere i soldi e tornare a casa. Quando arrivò a Medellin entro in un’apparente prigione, avrebbe poi dichiarato Maradona in un’intervista:

“Sembrava di essere in un hotel di lusso di Dubai. Fu lì che mi presentarono il signore che mi aveva invitato, chiamandolo El Patron. Io non leggevo i giornali, non guardavo la tv, non ero sicuro di chi fosse. Si dimostrò un uomo molto rispettoso, anche freddo, ma amichevole con me. Mi disse che ammirava il mio calcio, che si identificava con me, perché entrambi eravamo riusciti a trionfare sulla povertà.”

Le squadre erano composte dagli uomini di Escobar, insieme al portiere Higuita. Terminata la partita ci fu una festa che e Maradona ricorda:

“C’erano le ragazze più belle che abbia mai visto nella mia vita, ed eravamo in un carcere! Non ci potevo credere. La mattina dopo fui pagato e lui mi salutò con affetto. In tema di narcotraffico, io sono il meno indicato per giudicare, però il padrone pagava i contadini per raccogliere la pasta di coca, ne pagava altri perché lavorassero nei laboratori e pagava anche i piloti per portarla negli Stati Uniti. Alla fine dei conti, fabbricava un prodotto clandestinamente e lo vendeva a gente che lo chiedeva, nessuno veniva obbligato, no? Non lo rubava a nessuno”

“D’altra parte, i politici vengono eletti e rubano il denaro al popolo, alzando le tasse a una madre che compra il latte per i suoi figli. Quindi, chi è il peggiore eticamente? Per quanto riguarda i morti, era in guerra contro lo Stato per un motivo nazionalista, perché i cittadini colombiani non venissero estradati negli Stati Uniti. E in guerra la gente muore. Anche Bush per il petrolio uccise centinaia di migliaia di persone. Lui non è cattivo?”

  • Curiosità 

Quando Maradona iniziò a muoversi come promettente giocatore con la maglia dell’Argentinos Juniors fu contattato dai fratelli Orejuela, signori del cartello di Calì, per giocare nella squadra Brasiliana America football club ma il contratto del Barcellona arrivò prima.

un giovane Maradona a tavolo con i fratelli Orejuela, signori del cartello di Calì
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