Nonostante le segnalazioni di qualche giorno fa, i tubi di amianto spezzati ed adagiati a terra sono ancora abbandonati all’interno dell’ex mattatoio comunale di Eboli, in via San Giovanni.
Nonostante l’approvazione in passato di interventi di bonifica, da parte dell’amministrazione non c’è stata ancora nessuna mossa anzi, nell’area dove ci sono anche gli uffici veterinari dell’Asl, si possono trovare auto abbandonate, erba alta, allacci abusivi alla corrente elettrica con uno spettacolo di degrado che ormai è una delle prime cartoline della città che vedono gli automobilisti che arrivano dall’autostrada
Se da parte delle istituzioni è tutto fermo da anni c’è invece chi è sceso in ‘campo’, preoccupato dalle segnalazioni arrivate, per tastare da vicino la criticità della vicenda è il comitato “Togliamoci l’amianto dalla testa”. Infatti, c’è stato un sopralluogo in zona da parte di Anna Grimaldi, presidente del comitato, insieme ad altri membri che hanno appurato come vi sia la presenza nei tubi pluviali sia di amianto sia di altri materiali di dubbia provenienza.
Proprio per questo, per fugare ogni dubbio, il comitato ha scritto una lettera all’indirizzo del Sindaco di Eboli, Massimo Cariello e dell’ufficio Ambiente del comune di Eboli, nella speranza che la zona venga bonificata prima che possano nascere ulteriori problemi o che perlomeno vengano inviati dei tecnici per fare dei sopralluoghi e portare via l’amianto appurato finora.
“Pur riconoscendo al Sindaco il merito di aver consentito l’avvio di un percorso di collaborazione con questo Comitato che ha permesso ad oggi la bonifica di circa 70 immobili, dobbiamo lamentare l’assenza di intervento – si legge nella lettera –. Sappiamo bene che l’amianto presente negli immobili non è l’unico rischio di sviluppare tumori, ma è un rischio per il quale esistono leggi specifiche e quello che chiediamo è solo il rispetto di leggi esistenti”.
Inoltre, viene sottolineata la scarsa utilità dello Sportello Amianto: “Invece di crescere e diventare punto di riferimento per i cittadini, è andato man mano scemando. Se pure fosse stato aperto fisicamente, in poche ore settimanali in aggiunta allo sportello on-line, avrebbe avuto anche il compito di sensibilizzare i cittadini sui rischi dovuti alla presenza di amianto”.
Il Comitato, infine, chiede un controllo dei materiali segnalati e l’eventuale bonifica dei luoghi oltre che la possibilità di creare un tavolo con i tanti soggetti coinvolti, affinché si lavori tutti con l’obiettivo comune di migliorare le condizioni di vita della città.
Filippo Folliero