Eboli, la camera del figlio disabile è invivibile: il racconto di Silvana Ricciardi (VIDEO)

Silvana Ricciardi risiede da anni ad Eboli in zona Borgo, dove vive negli alloggi popolari IACP.

Dallo scorso 3 dicembre, giorno in cui è esploso il pozzetto in casa (nel video coperto da un asciugamano per evitare nuove fuoriuscite) il ragazzo non può più utilizzare la sua stanza e dorme nel letto con la madre. Inizialmente la donna ha chiesto aiuto al comune di Eboli ma nonostante una prima manutenzione i problemi sono continuati. La signora Ricciardi aveva ricevuto rassicurazioni in merito al fatto che prima delle festività natalizie ci sarebbero stati nuovi interventi per sistemare una volta per tutte il problema, interventi mai realizzati.

Noi siamo stati in casa della donna per constatare effettivamente il degrado e la forte puzza di fogna con cui sono costretti a convivere.

Tutto ciò però non è una novità, dato che dal 2018 questa situazione si ripete ciclicamente e nonostante denunce ed esposti tramite avvocato sia ai Carabinieri, sia alle Iacp, sia alle Regione Campania, sia al comune, nessuno è intervenuto.

Queste, oggi, le parole della signora Ricciardi:

“Sono stanca di lottare da anni, qui c’è un problema di fognatura, in estate ad esempio l’aria è irrespirabile, speravo che almeno mio figlio potesse passare un Natale sereno ma purtroppo non è stato così e sto ancora aspettando l’intervento promessomi prima delle festività. Io ho problemi di salute ed un figlio disabile, cosa devo fare dopo aver denunciato il fatto a chiunque? Per farmi ascoltare e ricevere un po’ di aiuto devo dare fuoco al quartiere?”

C’è chi parla di abusivismo, di morosi con contributi non pagati, ma è notizia di oggi che altri abitanti di zona con problemi simili ma meno gravi si sono affidati a ditte private pagando le spese di tasca propria per risolvere il problema.

Dunque, evidentemente, ciò che manca non sono i soldi per pagare ma la volontà di sistemare un problema che dovrebbe dal punto di vista umano superare qualsiasi tipo di barriera.

Filippo Folliero

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