Eboli, la città subisce un altro duro colpo. Immagine ormai da riabilitare?

Mentre l’intera comunità compiange un dipendente storico del Comune ebolitano, Achille Pirozzi, in servizio da oltre trent’anni scomparso a causa del coronavirus, la vita amministrativa della città viene travolta dalla secondata ondata conseguente alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto l’ex sindaco di Eboli in quel che è stato definito il “Sistema Cariello”. (che potete rilegge cliccando QUI)

L’avviso di proroga delle indagini da parte della Procura di Salerno, è stato notificato a 41 persone tra le quali dipendenti e dirigenti comunali, imprenditori e presidenti di associazioni e cooperative. Nei loro confronti, la Direzione Distrettuale Antimafia procede nelle indagini, a vario titolo, per i reati di corruzione, turbativa d’asta e falso ideologico, relativamente a fatti riguardanti la gestione del parking del Palasele, i servizi di assistenza domiciliare agli anziani non autosufficienti e agli alunni con disabilità nelle scuole dell’infanzia, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati ed altri settori e servizi pubblici.

PERDITA D’IMMAGINE – La Città è quindi nuovamente al centro delle polemiche che non sembrano volersi arrestare, salite anche stavolta alla ribalta nazionale e che hanno scatenato le reazioni degli esponenti politici e dei cittadini, i quali, attraverso i canali social, hanno espresso parole di incredulità, sgomento ed imbarazzo per l’immagine con cui Eboli, città di storia e cultura, viene oggi dipinta.

E’ stato aperto un vaso di Pandora che ha portato alla luce molte oscurità, certamente ancora tutte da accertare e da chiarire, ma che fanno accrescere un senso di sfiducia imperante nei confronti delle istituzioni, dell’onestà politica ed intellettuale, della trasparenza, verso cui l’azione amministrativa deve necessariamente tendere.

Sembra essersi ribaltata la realtà dei fatti: ciò che si considerava anormale e/o immorale, ha preso il posto della normalità e viceversa. Le regole di imparzialità, efficacia e trasparenza sembra siano diventate mere ipotesi residuali, e le irregolarità l’unico ed esclusivo modo di operare. Per tale motivo si narra addirittura di “illegalità di gregge”, in riferimento alle ultime vicende che hanno coinvolto il comune di Eboli – e non solo -.

Ma non si può permettere di far passare questo messaggio che investe l’intera comunità a danno anche dei cittadini, che invece quotidianamente si impegnano con professionalità e sacrificio.

SPERANZA DI RIABILITAZIONE – Il nome della città è ormai da riabilitare, chi e come lo farà è tutto da vedere ma una cosa è certa: l’amministrazione Cariello si era posta come obiettivo di portare Eboli alla ribalta nazionale ed effettivamente ci è riuscita ma forse non nel modo in cui sperava.

Ormai, come raccontano tanti ebolitani in giro per l’Italia, non ci sente più dire la classica battuta “Ah sei di Eboli, dove si è fermato Cristo?” ma una meno simpatica richiesta di maggiori dettagli sugli sviluppi giudiziari delle ben note vicende.

Pertanto, ci si augura di ritrovare sul fondo del vaso scoperchiato la speranza, l’unico sentimento che ci permette di continuare a credere in tempi migliori, per poter ristabilire un rapporto con le istituzioni che ci rappresentano. La speranza che non muore mai, potrebbe essere la risorsa chiave da mettere in campo e coltivare in questo tempo trasformativo. E forse questo è il momento propizio per farlo.

Giusy De Angelis

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