Eboli, l’ex Apoff e i 15mila metri quadri d’amianto da bonificare: “Ogni giorno ci dicono che i lavori stanno per iniziare”

Oltre 15.000 metri quadri d’amianto in giacenza e a quasi un anno dall’annuncio della bonifica, la struttura dell’ex Apoff di Eboli è ancora lì a gravare sulla salute dei cittadini.

L’immobile, sito in località Taverna Nova a Santa Cecilia lungo la Strada Statale 18, è stato confiscato alla camorra circa due anni fa con una maxi operazione contro l’immigrazione clandestina condotta dalla Questura e dal Comando provinciale dei carabinieri di Salerno, Guardia di Finanza, Polizia Municipale, Forestale e Vigili del Fuoco in esecuzione di un decreto ispettivo disposto dalla Procura della Repubblica di Salerno.

Quella che veniva denominata la ‘Fabbrica dei clandestini’, oggi, è una struttura degradata che vede la presenza di coperture in eternit in completo disfacimento che coprono un arco territoriale di circa 15mila metri quadri e sono per la maggior parte andate in frantumi o sulla strada dello sbriciolamento, il tutto a pochi passi da campi in cui viene coltivata frutta e verdura. Il solo frantumarsi di un singolo pezzo di eternit, sprigiona le fibre volatili dell’amianto che vanno a depositarsi nell’ambiente circostante o, peggio ancora, possono essere inalate dall’uomo.

Dal giorno della chiusura e dello sgombero dello stabilimento i complimenti si sono sprecati e tanti progetti sono stati varati, tra cui quello lodevole da parte dell’Ente di poter far diventare l’area un ‘Istituto di fine pena’, ovviamente solo a bonifica effettuata. Ma, di questa bonifica non se ne parla per ora e c’è chi, come i membri del Comitato ‘Togliamoci l’Amianto dalla testa’, stanno monitorando la situazione da anni e negli scorsi giorni, stanchi di sentirsi ripetere che ‘i lavori inizieranno a giorni’, hanno avuto un incontro con il sindaco di Eboli, Massimo Cariello, presentando un nuovo dossier sulla pericolosità dell’ex Apoff per la salute pubblica, dopo i tanti già inviati sia al Prefetto sia alla Procura della Repubblica:

“Abbiamo incontrato il Sindaco e ci ha spiegato che purtroppo è l’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati alla criminalità organizzata a dover dare l’ok ed avviare le manovre per la bonifica dell’area – spiega Anna Grimaldi, presidente del Comitato si è messo a nostra completa disposizione contattando anche la Regione per avere delucidazioni. L’Agenzia, invece, ci ha comunicato di nuovo che nei prossimi giorni ci saranno importanti novità, stavolta sarà vero?”.

In attesa che quel ‘a giorni inizieranno i lavori’ si trasformi da flebile promessa in una solida realtà, gli anni passano e l’amianto continua a sgretolarsi.

Filippo Folliero

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