Massimo Cariello, non aveva neppure concluso i festeggiamenti per il risultato elettorale
ottenuto (79,8% 15.261 voti), che 36 ore dopo aver formato la nuova Giunta, era già indicato – presumibilmente – quale destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari notificatagli venerdì mattina a seguito dell’inchiesta condotta del P.M. Francesco Rotondo.
LE ACCUSE – I capi di imputazione riguardano il reato di corruzione, abuso d’ufficio, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio e falsità ideologica. Vi sarebbero infatti anomalie in procedure concorsuali pubbliche relative ad un bando per due posti a tempo indeterminato di educatore di asilo nel Comune di Eboli, e un bando per il reclutamento di 10 unità di istruttore direttivo amministrativo indetto dal Comune di Cava de’Tirreni. Nel corso di tali procedure, il primo cittadino di Eboli avrebbe segnalato e favorito persone a lui vicine, che sono poi risultate essere tra le prime vincitrici dei suddetti concorsi.
Nell’ordinanza che ha disposto gli arresti domiciliari per il Sindaco, e la misura della interdizione temporanea dai pubblici uffici per taluni dipendenti comunali, vi è anche il sequestro preventivo della struttura Alphacom Italia s.r.l., impianto industriale realizzato nella zona agricola della Piana del Sele, sottoposta a vincolo paesaggistico. Sono dunque finiti sotto indagine anche imprenditori e tecnici, destinatari o promotori dei favoritismi.
LE INTERCETTAZIONI – A fare maggiore scalpore sono le intercettazione con l’imprenditore Gianluca La Marca, con cui Cariello aveva rapporti «confidenziali se non amicali sin dal 2015», scrive il gip Alfonso Scermino. Da ciò che emerge dalla conversazione registrata, il primo cittadino avrebbe favorito i La Marca con l’approvazione del progetto dell’opificio industriale con una maggiore volumetria, tanto da far esclamare allo stesso Cariello “abbiamo fatto un’altra cosa… un altro miracolo in consiglio comunale…”. E l’imprenditore, finito in manette nell’ambito di una precedente inchiesta, rende una serie di dichiarazioni affermando di aver erogato al sindaco Cariello una somma di denaro ed ascoltando l’audio della registrazione, fatta dallo stesso La Marca per incastrare il sindaco, spiega agli inquirenti i passaggi della conversazione ma anche il significato di alcuni messaggi che i due si erano scambiati nel corso del tempo.
Per quanto riguarda il concorso per l’assunzione di due operatori presso l’asilo nido comunale, Cariello nei primi giorni di dicembre 2019 incontrò la presidente della commissione d’esame, Annamaria Sasso: nell’incontro, monitorato con il trojan, i finanzieri avrebbero constatato che la donna consegnava al sindaco un documento contenente gli argomenti selezionati dalla commissione per i candidati ammessi alla prova orale. Nei giorni seguenti, ci sarebbe stato un incontro cruciale tra il sindaco e la Sasso. Colloquio, monitorato con l’ausilio dello spyware inoculato sull’appato mobile di Cariello, in cui secondo le accuse si cristallizzava il patto corruttivo con il sindaco che “decideva direttamente i voti da riconoscere ai candidati in modo che la graduatoria avesse il contenuto da lui indicato” e Sasso e D’Ambrosio (altro dipendente comunale sospeso per 12 mesi) promettevano di assecondare tale volontà concordando anche le modalità migliori per arrivare alla graduatoria senza esporsi eccessivamente, preparando un foglio di calcolo per determinare con precisione quali dovessero essere i voti. In cambio il sindaco prometteva ai due comunali decisioni a loro favorevoli nel futuro organigramma del Comune alludendo a trasferimento in uffici più soddisfacenti.
LE REAZIONI – Non sono tardate ad arrivare le prime reazioni degli altri esponenti politici, i quali hanno dimostrato vicinanza al Sindaco, che ha il diritto inviolabile di difendersi come uomo libero nelle aule del Tribunale, nonchè il dovere politico di dimettersi, per permettere agli elettori di esprimersi: è quanto affermato da Damiano Cardiello, ex consigliere comunale, che ha ribadito la “distanza politica, rispetto ad un sistema a cui si è sempre opposto negli anni, e proprio in ragione di ciò aveva rinunciato a concorrere nelle ultime elezioni comunali per “illegalità generalizzata e diffusa”.
La maggioranza consiliare e la Giunta Comunale proseguiranno invece nell’azione amministrativa rispetto agli atti politici già programmati con il sindaco Cariello, ed hanno dichiarato nel comunicato stampa rilasciato, la “convinzione dell’estraneità da parte del Sindaco alle fattispecie contestategli” esprimendo al contempo, piena fiducia nel lavoro dei magistrati nella certezza che tutto venga chiarito al più presto.
Medesimo auspicio che hanno non solo i politici locali, ma tutti i cittadini ebolitani che vogliono poter continuare a credere nella legalità e trasparenza delle istituzioni che li rappresentano. A tal proposito Donato Santimone, avversario politico di Cariello nelle ultime elezioni, sottolinea che nella grande percentuale di persone che hanno preferito Cariello, vi sono certamente uomini e donne per bene, e che ora “non esiste differenza tra maggioranza ed opposizione: questa vicenda che ha scosso l’intera comunità, è un danno per tutti”. Riguardo al vicesindaco nominato da Cariello, Luca Sgroia, ora divenuto primo cittadino per effetto del provvedimento di sospensione del Sindaco assunto dal Prefetto di Salerno, in attuazione dell’art. 11, comma 2, del d.lgs. n. 235/2012 (“Legge Severino”), Santimone spera si riveli “il traghettatore della città per ripristinare la moralità e la dignità del paese”.
Anche Sgroia fedelissimo deluchiano ben si inserisce, al posto giusto e al momento giusto, nel sistema del Governatore De Luca, che sembra si sia fermato ad Eboli..
Dunque nel caos generale di un evento senza precedenti, Eboli attende ora l’evolversi della vicenda giudiziaria, lasciando agli organi competenti l’onere di indagare e giudicare tali avvenimenti, con l’augurio di poter risollevare e ristorare quanto prima l’immagine del Paese. Intanto da una parte i cittadini sperano nel ritorno al timone da Massimo Cariello, dall’altra c’è chi considera illegittimo essere traghettati da un vice sindaco non eletto dal popolo (e neanche candidato alla scorsa tornata elettorale) reputando più opportuno un commissariamento per poi tornare alle urne la prossima primavera.
Giusy De Angelis