Che l’uomo nel corso dei secoli abbia sempre deciso di esplorare e conquistare nuove terre non è una novità, ma quando l’uomo ha deciso di viaggiare semplicemente per piacere e non per sete di conquista?
Quelli che noi oggi chiamiamo ‘vacanza’ o ‘viaggio’ inteso come recarsi in un luogo per conoscerne storia, cultura e tradizioni, è una pratica nata verso la metà del 1600 e avvezza perlopiù ai giovani aristocratici.
IL GRAND TOUR – Già dal nome si può intuire di cosa si tratta. Il Grand Tour non era altro che un viaggio di piacere che ogni giovane dell’alta borghesia intraprendeva attraverso l’Europa e serviva per perfezionare il proprio sapere e arricchirsi di nuove conoscenze.
“Solo uscendo di casa si può capire davvero il mondo” [Goethe]
Per casa non si intendono solo le quattro mura domestica ma, per renderla più attuale, l’espressione si riferisce proprio sul lasciare l’odierna ‘comfort zone’. Era questo il dogma sul quale si fondava questo viaggio, che aveva una durata indefinita e poteva andare avanti per qualche settimana o per anni. L’Italia, considerata la culla della civiltà, era tappa obbligatoria di questo viaggio grazie ai suoi monumenti e l’eredità dell’antica Roma.
Durante il Grand Tour, i giovani imparavano a conoscere la politica, la cultura, l’arte e le antichità dei paesi europei. Passavano il loro tempo facendo giri turistici, studiando e facendo acquisti. Ne dà esempio Goethe nel suo Viaggio in Italia.
Tappa importante anche la Francia, considerato un luogo dove (soprattutto i giovani britannici) potevano perfezionare il loro modo di comportarsi abbandonando lo stile grezzo che era in voga in quegli anni Oltremanica. Ma in tanti, per paura, si fermavano già al primo passo ovvero quello di dover attraversare il canale della Manica.
Un viaggio per crescere e migliorarsi, spiritualmente ed intellettualmente. Una pratica che nel corso dei secoli ha perso questo valore originale e si è trasformata lentamente in un turismo basato sul consumismo e non più sulla sete di conoscenza.
Il principio base del ‘Grand Tour’ però, è ancora vivo ed è un concetto senza tempo perchè in realtà solo esplorando nuovi luoghi è possibile conoscere davvero il mondo e tutto quello che c’è dentro. Solo vivendo delle esperienze e non immortalando momenti, come è più solito fare oggi, si può davvero crescere e migliorarsi come singoli individui.
E voi, vi siete mai immersi nel vostro personalissimo ‘Grand Tour’?