L’estate del 1982 fu un’estate davvero indimenticabile per gli italiani e uno dei protagonisti indiscussi fu sicuramente il mitico Paolo Rossi, soprannominato Pablito, che condusse la nazionale di calcio alla vittoria del mondiale, cosa che non accadeva da 11 edizioni ovvero dal mondiale di Parigi del 1938.
BEARZOT COME UN PADRE – Fu un mondiale che impiegò ben 17 stadi per la sua realizzazione e al quale, per la prima volta nella storia, parteciparono 8 squadre in più, 24 in totale. Il CT italiano quell’anno era Enzo Bearzot che decise di convocare Pablito per il campionato del mondo in Spagna nonostante lo scandalo per calcio scommesse in cui il calciatore era coinvolto e che lo aveva tenuto lontano dalla nazionale per due anni. Bearzot era uno dei pochi a credere nell’innocenza di Paolo ed è, tra l’altro, in parte a lui che il calciatore deve il suo grande trionfo, dato che questa decisione attirò critiche inevitabili della stampa.
Da lì, sial il CT che l’intera squadra, decisero di ritirarsi in un lungo silenzio, lontano dai riflettori, cosa mai accaduta prima.
LA GLORIA – Nella prima fase del mondiale, Rossi non si contraddistinse particolarmente e l’Italia collezionò 3 pareggi. Ma, nella partita contro il Brasile di Zico decisiva per il passaggio alla semifinale, si iniziò a scrivere la storia: Rossi si sbloccò e fu autore della mitica tripletta contro i verde-oro, che portò la nazionale italiana in semifinale e lasciò disperati gli avversari, i quali ancora ricordano quella partita come “la tragedia del Sarrà”. Negli anni a venire, Paolo Rossi ricorderà anche come una volta in Brasile un tassista lo riconobbe e decise di non farlo salire in macchina, memore di quella tripletta in semifinale.
Poi la doppietta in semifinale contro la Polonia di Boniek e il trionfo in finale contro la Germania, l’11 luglio 1982. Ancora riecheggiano l’urlo di Tardelli, l’enfasi di Martellini che ci proclamò per tre volte campioni del mondo e le parole di gioia e commozione incontenibile del Presidente della Repubblica Pertini. Quelle 6 reti segnate al mondiale valsero a Pablito il titolo di capocannoniere della manifestazione e la vittoria del Pallone d’Oro.
IL CORTO – È l’estate del 1982, siamo in Costiera Amalfitana e tre amici, Gianfranco, Francesco e Leonardo vivono con entusiasmo l’avventura calcistica italiana in Spagna durante quelli che sono i loro anni più belli, quelli della gioventù e della spensieratezza, all’insegna dell’amicizia. Eppure, come in tutte le storie da sogno, arriva il
momento di svegliarsi. È questo che racconta “Quelli che eravamo”, cortometraggio di Sam Di Marzo con Francesco Foti, che in 20 minuti lega i suoi personaggi alla leggenda del calcio simbolo del Mondiale dell’82.
Il campione compare più volte durante l’opera, rappresentato da una figurina che immortala un’icona senza tempo, capace di emozionare chi quegli anni li ha vissuti e chi oggi ne ascolta i racconti. Francesco, calciatore in erba, lo considera il suo idolo. E proprio come Paolo trascinò gli azzurri alla vittoria dando spettacolo in campo, così Francesco trascina gli amici in un’estate meravigliosa facendo emergere pian piano la sua personalità. Il ruolo di Francesco è interpretato da Carlo Palmieri, quello di Gianfranco prima da Francesco Foti e poi da Gianmarco Fochetti e infine Alfonso Strumolo veste i panni di Leonardo.
L’opera, fresca di post-produzione, è targata Irpiniart (Avellino) e vede l’officina artistica Vitruvio Entertainment (Salerno) come Media Partner.
È un omaggio al grande campione dentro e fuori dal campo, simbolo di quel mitico Mundial ma non solo, che ci ha lasciati appena due giorni fa, il 9 dicembre, a causa di un brutto male scoperto in primavera.
Il corto è visibile su Youtube e potete visionarlo cliccando QUI
Anna Spagnuolo